Provita Onlus annuncia la sua strategia per impedire che le persone lgbt siano protette dall'odio


L'organizzazione omotransofobica Provita Onlus ha annunciato quale sarà la strategia dell'integralismo organizzato per cercare di impedire che i cittadini lgbt possano essere tutelati dall'odio e dalla violenza. I loro presidenti, Toni Brandi e Jacopo Coghe, sostengono che non ci sarebbe nulla di male se la Legge Reale-Mancino prevede protezioni per i cristiano o se la maggior parte delle loro denunce dall'odore di intimidazione fanno leva sulla "blafemia" come pretesto per impedire l'espressione di idee a loro sgradite, ma nel caso dei gay giurano che quella medesima legge presenterebbe «pregiudiziale di costituzionalità» perché dicono che «creare una specifica categoria di persone da tutelare in base al proprio comportamento sessuale» portando ad «un’infondata violazione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini».
Quidni, ricapitolando, loro pretendono di essere trattati come cittadini privilegiati nel nome di quello in cui dicono di credere ma non tollerano che altri possano essere protetti per ciò che sono. E peraltro si raccontano pure che «non c’è neanche l’allarme sociale. In Italia sono diminuiti i reati d’odio rispetto al 2018, secondo i dati dell’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori».
Peccato che l'assenza di una legge contro l'omofobia faccia sì che i reati di matrice omotrasofobica non possano essere registrati secondo una classificazione che non esiste giuridicamente. Dunque il loro appellarsi all'Oscad significa appellarsi a chi non registra una categoria di reati al fine di sostenere che quella sarebbe la prova dell'inesistenza dei reati stessi.
Se l'organizzazione di Brandi non pare esente da colpe dinnanzi all'ondata di odio anti-gay che ha investito l'Italia nel corso delle loro campagne contro le unioni civili, è facile prevedere che i due fondamentalisti saranno pronti a creare nuovo odio pur di impedire che il loro business possa essere minacciato. Lo si evince anche dinnanzi alla scorrettezza di chi cerca di fomentare odio raccontando che una minoranza vorrebbe il "privilegio" di poter uscire di casa senza rischiare di essere picchiati a sangue, dimenticandosi che la norma tutelerebbe anche le persone eterosessuali vittime di discriminazioni analoghe.
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