Provita Onlus contro il sesso sicuro: «La prevenzione passi attraverso il semplice autocontrollo»


Se Jacopo Coghe vuole invitare i suoi figli a praticare sesso a rischio, il tema rientrerebbe nelle responsabilità degli assistenti sociali che non hanno tutelato quei minori da un genitore fondamentalista che pare disposto a mettere a repentaglio la loro salute pur di vantarsi di quanto a lui piaccia praticare sesso bareback. Ma se il signorino Coghe cerca di mettere a repentaglio la vita altrui usufruendo di fondi pubblica dato che la sua organizzazione finalizzata alla promozione dell'omofobia è vergognosamente riconosciuta come "onlus" dallo stato italiano, siamo dinnanzi ad un attentato alla salute pubblica.
Eppure è con i suoi soliti toni veementi che la solita integralista Manuela Antonacci firma un violento articolo apparso sulle pagine di Provita Onlus in cui l'organizzazione di Jacopo Coghe e Toni Brandi si mette a sbraitare che loro non vogliono che si possa insegnare il sesso sicuro ai giovani. Sempre sostenendo che i diritti degli altri siano un costo e sempre facendo leva sull'egoismo basato sulla loro venerazione del dio denaro, scrivono:

E’ finanziata, manco a dirlo, con i soldi pubblici, questa applicazione nata nel 2014 dalla collaborazione tra l'Assessorato della salute e Fondazione Sistema Toscana per offrire alla popolazione dei giovanissimi un ipotetico strumento informativo "smart" sul tema del “sesso sicuro”, l'applicazione è scaricabile gratuitamente su Android e iOS.
Eppure lo slogan con cui viene pubblicizzata la dice lunga sull’idea della sessualità che c’è dietro: "I love - safe sex. Tutto quello che devi sapere sul sesso, e che non osi chiedere". Come al solito la parola d’ordine è disinibizione, perché, anziché educare i ragazzi a prendersi conseguenze e responsabilità delle proprie scelte, si insegna loro a cogliere unicamente l’aspetto ludico e disimpegnato della sessualità, come se fosse un gioco con regolette meramente formali, anziché qualcosa da prendere molto sul serio e che implica un dono di sé non meramente fisico ma anche psicologico e spirituale.

Tradotto, l'organizzazione di Brandi sostiene che ai giovani bisognerebbe dire che Coghe non vuole possano far sesso e che quindi non servirebbe insegnargli come praticarlo senza rischi. Eppure, dato che i fondamentalisti non tollerano che altri possano compiere scelte diverse dalle loro, è sbraitando come ossessi che i giovani devono essere tenuti nell'oscurantismo quasi si sperasse che chi osa far sesso contro il volere di Coghe si becchi qualcosa, aggiungono:

Ovviamente tutto questo non è contemplato perché, come si legge nella descrizione della app “l'obiettivo è quello di sensibilizzare giovanissimi e giovani sul tema di una affettività e sessualità consapevole, attraverso l'utilizzo del loro linguaggio e i loro canali di comunicazione, dando libero accesso a quelle informazioni e curiosità di cui si parla poco ma che invece possono fare la differenza soprattutto quando si tratta di proteggersi per vivere la propria sessualità in modo sicuro. Esperti professionisti sono a tua disposizione per aiutarti in questo periodo di transizione, l'adolescenza, e per renderti un cittadino informato sulle malattie sessualmente trasmissibili e sulle precauzioni da prendere in ambito sessuale.”
In questa maniera, tuttavia, si perde di vista l’importanza della purezza, del governo di sé e non si tiene nemmeno in considerazione la possibilità che la prevenzione passi attraverso il semplice autocontrollo. Evidentemente nella società edonistica in cui siamo immersi si dà erroneamente per scontato, non solo la realizzazione dei propri desideri a tutti i costi, ma che di essi si possa, anzi, si debba rimanerne anche vittime, tanto poi basta una app a risolvere tutto.

Nel 2010, Coghe dice che lui pretende che ai giovani si dica che dovrebbero auto-imporsi astinenza solo perché lui non vuole che si possa insegnare loro a proteggersi dalle malattie dato che lui vuole vietare loro di poterlo praticare in sicurezza.
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