Siena. Insultarono un professore per aver partecipato al Pride. A processo due esponenti leghisti


Ostentando quel bullimo che spopola tra i populisti, l’ex segretario della Lega a Siena e l’attuale assessore allo Sport e all’Università del comune leghista sono stati rinviati a giudizio per diffamazione. Li difendereà il sindaco leghista della città, evidentemente intenzionato a sostenere che chiunque faccia parte del suo partito debba poter bullizzare chiunque voglia.
I fatti risalgono allo scorso Toscana Pride, quando il leghista Francesco Giusti mise alla gogna il povero professore pubblicando la sua fotografia e scrivendo: “Farà coccodé?!?”. Tra le decine di commenti e di insulti nei confronti del professore aizzati dal leghista, figuravano anche quelli dell’attuale assessore allo sport e all’Università della Lega, Paolo Benini. Di professione medico chirurgo e neurologo, ha incoraggiato chi parlava di “disorientamento mentale” attraverso la copertina del Dsm-5 (un il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) o commentando con un “Siamo per la libertà di culto” ai leghisti che ostentavano il loro orientamento sessuale attraverso un “Ma viva la fi*a no?”.
Il professore ha denunciato l’autore del post, Benini e altre sei persone che avevano lasciato commenti particolarmente offensivi, commentando: «Ho una laurea e un dottorato di ricerca – ha detto il docente a La Nazione – Ho viaggiato in molti Paesi per motivi di studio, la scuola è tutta la mia vita. Queste cose mi fanno male, mi sento ferito come persona, come insegnante e come attivista dell’Arcigay. Siamo nel 2020, queste barbarie devono essere superate».
Il pm di Siena, Niccolò Ludovici, aveva chiesto l’emissione del decreto penale di condanna al pagamento complessivo di 516 euro ciascuno, ma cinque indagati si sono opposti e il prossimo 26 febbraio dovranno comparire davanti al giudice monocratico di Siena, Jacopo Rocchi, per spiegare il motivo di quelle offese gratuite.

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