La bestia di Feltri: «I gay sono pedofili gender»


Con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che cercano profitti personali attraverso una dialettica che mira a tirare fuori il peggio dagli italiani, l'Italia populista appare ormai come un girone dantesco i cui ogni cittadino viene costretto a subire odio gratuito. Sarà che i populisti si eccitano quando Feltri insulta Greta, quando chiede di poter pagare le prostitute in moneta contante o quando dice che i meridionali portano il colera... ma è intollerabile che questa gente pretenda di poter impunemente dare della «zecca» a chiunque non la pensi come loro o che si sentano legittimati ad andare in giro a dire che i gay sarebbero «pedofili» o «checche» solo perché il loro amato Feltri gli ha fatto credere che l'insulto possa sopperire all'assenza di argomentazioni o gli ha fatto credere che il bullismo predicato da Salvini sia compatibile con una società sana.

Probabilmente intenzionato a sostenere che il suo Feltri debba poter insultare chiunque voglia perché ogni sua parolaccia lo eccita sessualmente, è inveendo contro chi riporta le lecite e doverose prese di posizione dell'Ordine del giornalisti che il bullo Massimo scrive:


Parole simili sono da denuncia penale, ma nell'Italia leghista pare che le bestie di Salvini vogliano rendere Internet un luogo in cui le loro depravazioni possano essere ostentate, indicando in Feltri l'artefice di una costante legittimizzazione al ricorso all'insulto come sostituzione alle argomentazioni che simili personaggi non sembrano in grado di proporre.
E va sempre peggio se si assiste all'odio dispensato dall'aggressione squadrista che i segaci di Feltri hanno organizzato nel week-end in "difesa" degli insulti che il loro pupillo, firmando messaggi di puro odio come questi:




























Da notare è come tutti loro si appellino all'ideologia della falsa contrapposizione o dell'insulto gratuito esattamente come Salvini li ha istruiti a fare. E tutti vogliono un Feltri che li faccia sentire legittimati nel dare libero sfogo ad ogni odio, delirio o violenza.

Poi, da copione, se gli si fa notare che dovranno rispondere penalmente delle loro calunnie, i leoni da testiera leghisti scappano come topi che cercano rifugio nelle fogne:

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