Nausica Della Valle supporta la campagna di Provita a sostegno dei reati omofobi


Nausica Della Valle è l'ex inviata di Del Debbio che ora in giro per l'Italia a raccontare che all'interno di una chiesa sia stata invasa da una incontenibile voglia di fare sesso con uomini ed è in virtù dell'accaduto che ora pretende che i gay del mondo siano costretti a portarsela a letto.
Se è già folle il suo andare in giro a sostenere che i gay dovrebbero poter cambiare orientamento sessuale come se fossero dei calzini solo perché i sedicenti "cristiani" che lei frequenta sono divorati dall'odio verso il prossimo, il suo atteggiamento pare diventare criminale quando la signora ha deciso di contribuire alla campagna di disinformazione che la setta di Toni Brandi e Jacopo Coghe sta conducendo per tentare impedire che i giovani gay possano essere protetti da da quell'odio omofobico da cui la loro organizzazione trae gran parte dei suoi profitti economici.

Ed è così che, dalle pagine di Provita Onlus, la signora si mette a giurare da cristiana da giornalista che in Italia none esisterebbe alcuna omofobia e che i fatti di cronaca che raccontano di aggressioni quasi quotidiane non devono preoccupare gli omofobi:

No, io credo piuttosto che l’emergenza-omofobia la stiano creando le lobby lgbt. A parte loro, non vedo nessuno che gridi all’emergenza. La discussione che invece bisognerebbe aprire è: perché si arriva a diventare omosessuali? Non solo Dio ha creato tutti maschio o femmina ma anche la scienza, come ha riportato tempo fa l’autorevole rivista Science, ha confermato che non esiste nessun gene dell’omosessualità. Persino la psicologia parla di “disturbo omo-affettivo”, legato per lo più al genitore dello stesso sesso, che può avere varie ragioni: perché questo genitore manca, perché è stato troppo severo o anaffettivo, perché i genitori si sono separati, perché i figli hanno subito abusi o stupri. L’elemento che accomuna tutti i casi di omosessualità è la mancanza d’amore. Da parte mia, sto tenendo testimonianze in molte chiese d’Italia e sono contenta che i pastori e i fedeli siano i primi a volerci capire di più sull’omosessualità, per comprendere pienamente i fratelli omosessuali, abbracciarli, amarli. Altra cosa è imporre a tutti i costi l’omosessualità, come si cerca di fare ormai anche a scuola, insegnando ai bambini che è normale avere attrazione per lo stesso sesso, che è normale avere due papà o due mamme. Ci rendiamo conto che questa imposizione è ormai quotidiana?.

In poche righe la sedicente "ex-lesbica" ci spiega di non avere la benché minima idea di che differenza ci sia tra sesso e orientamento sessuale dato che un gay è maschio e non un qualcosa che può essere opposto a quella categoria. Racconta le solite stronzate sul fatto che i gay dovrebbero essere ritenuti dei disturbati, elogiando quei preti che si occupano di promuovere un odio di cui lei nega l'esistenza. Praticamente il delirio.
Sempre vomitando frasi deliranti, la signora si lancia nel sostenere che «l’outing è diventato ormai una moda» nonostante sembri che voglia parlare di coming out senza conoscere il significato delle parole. Delira anche di una fantomatica «eterofobia» e inizia a parlare con quel "Noi" e "loro" che fu alla base dell'ideologia nazifascista asserendo che «loro pensano che, se esci da quella condizione, diventi un loro nemico ma non è così».
Detto che una signora che sta cercando di impedire una legge che possa riconoscere un'aggravante alle persone aggredite e picchiate a sangue da chi non accetta il loro orientamento sessuale, pare alquanto surreale che pretenda di essere ritenuta un'amica dalle persone che lei insulta, diffama e cerca di danneggiare.

E riguardo all'orribile campagna di disinformazione lanciata da Provita in difesa dei crimini omofobi, la signora aggiunge:

State facendo un ottimo lavoro. Sono assolutamente d’accordo con l’hashtag #restiamoliberi. Così come “loro” sono liberi di manifestare la propria omosessualità, anche noi vogliamo essere liberi di poter dire la nostra.

Peccato che il sostenere che qualcun altro non debba essere libero di esistere o pretendere che i reati commessi contro alcune minoranze siano ritenuti accettabili non è "dire la nostra", è promuovere odio.
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