Coronavirus. Report denuncia la mal gestione di Fontana, tra morti occultate e scelte che hanno diffuso il virus

È Report ad aver tentato di comprendere perché la bergamasca non sia mai stata dichiarata una zona rossa nonostante il numero di morti e di persone contagiate dal Coronavirus fosse maggiore rispetto ad ogni altra zona della Lombardia. Il timore è che sugli interessi dei lombardi abbiano prevalso gli interessi della casta.
L'ospedale di Alzano Lombardo risulta essere stato l'epicentro del contagio, dapprima chiuso davanti ai primi contagiati e poi riparto senza neppure sanificare i locali e senza separare le presone contagiate dai pazienti sani. Tutto questo con controlli e tamponi predisposti con un drammatico ritardo, portando il numero di residenti positivi al Covid-19 da 2 a 220 in pochi giorni. A Codogno erano bastato solo 50 persone contagiate per decidere di chiudere la città.
Il 3 marzo la protezione civile stava valutando se rendere la bergamasca una zona rossa, la Prefettura aveva allertati i sindaci ed erano stati inviati in loco anche i militari che sarebbero serviti a controllare l'area. Ma non si è fatto poi nulla, nonostante l'8 marzo i contagi fossero schizzati da 220 a 997. L'ipotesi è che siano state Confindutria Lombardia e gli imprenditori locali a non volere la chiusa delle fabbriche, facendo pressione sui politici per impedire l'interruzione della produzione e divulgando sui loro canali social dei messaggi pubblicitari che rassicuravano agli investitori stranieri sul fatto che le fabbriche bergamasche avrebbero continuato a produrre a pieno ritmo nonostante il virus.

A quel punto entra in scena il governatore Attilio Fontana che, facendo populismo come sua consuetudine, dice che lui sarebbe stato «più rigidino» del governo nel proclamare zone rosse. Ma ciò non spiega perché la decisione non l'abbia presa lui, dato che i suoi colleghi di Emilia-Romagna., Lazio e Campania hanno dichiarato alcune zone rosse.
Ed il tema tona sempre all'evidenza di come nella zona più colpita dal virus operino 95mila aziende, molte delle quali con forti legami commerciali con la Cina. Tra loro c'è la Tenaris con i suoi 7,3 miliardi di fatturato e la sede legale in Lussemburgo o la Brembo che da vent'anni fa affari in Cina e ha forti influenze su Confindustria. C'è poi anche l'ABB con i suoi 2 miliardi di fatturato, ma soprattutto Persico con i suoi 159 milioni di fatturato all'anno e sede nel comune di Nembro (ossia uno dei centri più colpiti). Il suo proprietario avrebbe chiamato le istituzioni ed avrebbe espresso la sua preoccupazione sul rischio che la dichiarazione di una zona rossa potesse avere ripercussioni sul suo processo produttivo.
Gli operai hanno così continuato a lavorare nelle fabbriche tutti i giorni sino al 23 marzo, quando il Governo ha deciso di chiudere tutte le attività non essenziali. In quei 15 giorni di attesa, a Bergamo i contagi passano da 997 a 6.471. In aziende come la Tenaris, in mano a due tra gli uomini più ricchi del mondo, si è continuato a lavorare come se niente fosse e tra i loro operai si contano alcuni morti.
Quando il 21 marzo il Governo ha deciso di chiudere ogni azienda che non producesse beni aziendali, a Bergamo è partita una corsa a cercare di essere riconosciute tali per non interrompere la produzione, spesso con vere e proprie forzature. Intanto i contagi passano da 6.471 a 8.664 e, nonostante i divieti del Governo, nella provincia risultavano aperte 1.800 aziende, tra cui l'ABB che a Dalmine costruisce quadri elettrici.

Quanto i contagi sono schizzati verso l'altro, Regione Lombardia ha vietato di fare tamponi nei casi di sospetto contagio, stabilendo che si possano fare solo in ospedale e solo per i ricoveri. Ma dato ad essere ricoverati sono solo le persone che hanno un'insufficienza respiratoria grave, tutti gli altri malati (compresi quelli con polmoniti bilaterali) sono considerati sani. I sindaci che ipotizzano che i dati diffusi dal leghista Fontana debbano essere moltiplicato almeno per dieci o dodici volte.
Il numero ufficiale di morti a causa della pandemia non tornano: nella sola Nembro, dall'inizio della pandemia, sono venute a mancare 135, ma lo scorso anno, nello stesso periodo, i decessi erano stati 14. Ma per la Regione, i morti da Conavirus sarebbero a malapena la metà.
Lo stesso fenomeno si verifica in quasi tutti i comuni bergamaschi: ad Alzano Lombardo ci sono stati 101 morti nell'ultimo mese e per Regione Lombardia solo 54 sarebbero stati uccisi dal Covid-19, ma l'anno scorso, nello stesso periodo, i morti erano stati 9. A Scanzorosciate i morti sono stati 72, ufficialmente solo 16 uccisi dal virus, ma lo scorso anno i decessi erano stati 14. A Bergamo, tra i 503 morti, solo 201 vengono ricondotti al Covid anche se lo scorso anno i decessi furono solo 125.

Ancor peggiore è l'occultamento dei morti nelle case di riposo della Val Seriana: anziani, disabili, malati ai Alzheimer e pazienti terminali. Per tutti loro la giunta leghista di Regione Lombardia non spreca tamponi quasi come se ritenesse se le loro vite non valessero nulla.
In tutte le RSA bergamasche i decessi sono schizzati alle stelle, ma per Regione Lombardia nessuno di loro sarebbe morto per Coronavirus dato che su nessuno di loro viene fatto un tampone. Ma non solo. Quando è scoppiata l'epidemia, le RSA bergamasche avevano cercato di tutelare i propri ospiti chiudendo le strutture al pubblico, ma Regione Lombardia si è opposta perché la giunta leghista ha preteso che i centri diurni rimanessero aperti.
Quando gli anziani hanno iniziato a morire, la giunta di Fontana non ha inviato mascherine e tamponi, neppure per il personale sanitario. Medici e infermieri iniziano ad ammalarsi, ma nessuno può dire se la causa è il Coronavirus.

Cercando di scaricare la colpa su altri come prassi dei leghisti, Fontana si difende dicendo con tono arrogante che lui avrebbe solo «seguito scrupolosamente le indicazioni dell'Oms» anche se pare le abbia seguite solo per evitare tamponi ma non per istituire la zona rossa che avrebbe evitato i contagi. E neppure è vero che lui sia seguendo le indicazioni, dato che l'Oms diceva di fare i tamponi ai sintomatici e Fontana non li ha fatti certo a tutti coloro che avevano i sintomi.

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