Jacopo Coghe tenta di usare la messa per fomentare odio contro chi difende la vita


Non c'è da stupirsi che il fondamentalista Jacopo Coghe, in qualità di co-presidente della setta omotransfobica Provita Onlus, si sia affrettato ad affiancare il suo Matteo Salvini in un uso propagandistico e politico della messa. D'altronde ci sarà un perché se i patriarchi ortodossi li finanziano con fiumi di rubli pure i destabilizzare l'Europa al fine di renderci renderci una colonia di Putin dove ogni libertà personale verrà cancellata sula base delle pretese dell'integralismo organizzato.
Sostenendo che la difesa della vita vanga dopo gli egoismi di chi ha bisogno di oggetti sacri per pregare, è mescolando la sua propaganda contro il governo al suo solito abuso del bigottismo che il fondamentalista scrive:


A corredo pubblica un video di raro bigottismo in cui vari figuranti sostengono di «aver bisogno» della messa e giurano che Papa Francesco sarebbe d'accordo con Salvini nel chiedere che i cattolici siano dispensati dalle norme di prevenzione del contagio perché vogliono radunarsi nelle chiese anche se ciò potrebbe portare morte e sofferenza. Dato che anche nel 1348 sono voluti andare alla Santa Messa e sono morti tutti, dicono di volerci riprovare dato che la loro Silvana De Mari va in giro a dire che lei è disposta ad essere causa di 1.200.000 decessi pur di sbraiterà contro il Governo.
E mentre loro sbraitano e piagnucolo, non pare che Papa Francesco sia così d'accordo con loro nel proporre di sacrificare la vita dei più deboli pur di compiacere gli egoismi dei fondamentalisti dato che sui social scrive:


Oltre a mescolare la politica con una presunta "fede" religiosa, i fondamentalisti di estrema destra stanno anche cercando di sostenere che la loro idea di "libertà religiosa" debba essere vista come un pretesto per ottenere la possibilità di non rispettare le leggi e di poter ottenere ciò che agli altri è negato: loro vogliono andare a messa mentre gli altri non devono poter riunirsi.


Nel video di Coghe si elargiscono proposte di raro populismo. C'è gente che dice che basterà andare con la mascherina (che però non serve a nulla) o che potrebbero igienizzare i banchi dopo ogni messa (perché? Pensavano si potesse evitare di farlo?). Non ci spiegano però in che modo pensano che si potrà fare la comunione senza spargere contagi o come si scambieranno il segno della pace senza toccarsi. Non ci spiegano cosa accadrà alla fine della messa quando la gente si accalca sulle porte quasi avesse timbrato il cartellino e non vedesse l'ora di scappare, così come non ci dicono se le chiese metteranno degli scanner per provare la febbre ai presenti come nei supermercati.
Ma, soprattutto, cosa accadrà se Jacopo Coghe risulterà causa di una nuova epidemia e se l'Italia dovesse andare in fallimento solo perché lui voleva andare a messa ed ha intasato le terapie intensive? E se ognuno può promuovere cose a caso, possiamo proporre che ad andare a messa potrà essere solo chi rinuncia ad occupare posti in terapia intensiva nel caso in cui quella decisione lo porti a contrarre il Coronavirus?

Sempre usando la messa per finalità di propaganda politica, Jacopo Coghe si mette a raccontare che la comunione sarebbe «una medicina» di pari valore rispetto ai respiratori delle terapie intensive. Se si contagerà, vedremo se vorrà l'eucarestia o se pretenderà di togliere spazio ad altri negli ospedali:


Se gli effetti della sua «medicina spirituale» sarebbero quei suoi congressi patrocinati dalla Lega in cui promuove odio, sessismo e omofobia, il signorino starebbe facendo una pessima pubblicità alla chiesa. Certo è che questo messaggio si inserisce nella strategia dei populisti che cercano di ottenere consensi dicendo che la gente vuole riaprire le attività commerciali senza mai rispondere alla più semplice delle domande: quelle riaperture creerebbero morti? Si può riaprire in sicurezza o loro sono disposti a far morire delle persone pur di compiacere chi guarda al suo profitto personale? E davvero credono che fomentare rabbia sia nell'Interesse dell'Italia?

Chissà... nel mentre Coghe ci spiega come l'unico vero motivo delle sue invettive è fomentare odio contro l'operato di Conte, ovviamente inventandosi la sua solita realtà alternativa e spacciandola come se lui si ritenesse il detentore della verità divina (a cominciare dal suo sostenere che a fare i virologi non dovrebbero essere i virologi ma dei ministro che non ne sanno nulla):


Da copione, Coghe di attribuisce il volere popolare e firma le sue patetiche letterine a nome degli italiani, proponendo quella violenza ideologica che porta i fondamentalisti di estrema destra a parlare a nome di chi non li ha mai eletto loro rappresentanti. Lui dice che non voleva stare in quarantena perché lui non vuole fare la su parte? Lo dica a nome suo e non metta quelle sue sudice parole nella bocca degli altri!
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