Coronavirus. Anche Pillon cerca di usare la Pasqua a fini propagandistici e pretende chiese aperte nonostante l'alto rischio di contagio


La Lega di Matteo Salvini pare molto più impegnata nel fare propaganda populista contro il governo piuttosto che nel collaborare al contrasto del Coronavirus. E dato che si sta avvicinando la pasqua, i leghisti paiono coalizzati nel cercare di usare un presunto "sentimento religioso" come strumento per seminare odio e sperare di racimolare voti dopo le figuracce collezionate con l'inadeguatezza dei loro uomini (non ultimo, quel Fontana che inaugura ospedali senza avere medici da metterci dentro).

Accodandosi al suo padrone, anche il senatore integralista Simone Pillon (Lega) chiede che le chiese siano aperte anche se risultano un logo che favorirebbe i contagi e potrebbe portare all'uccisione di numerosi italiani. In quel loro sostenere che Dio non sia omnipresente e che lo si possa pregare solo in presenza di statue da idolatrare, il fondamentalista scrive:


Sarebbe bello poter garantire loro delle messe pasquali molto affollate solo dopo aver ottenuto una dichiarazione in cui si impegnano a non rubare posti in terapia intensiva e a non gravare sulla sanità pubblica se le loro preghiere saranno fonte di contagio o se la loro propaganda politica basata su un'abuso della credenza religiosa sarà causa di morte. Ma si sa, questi dicono cose a caso perché sanno che inveire e comportarsi come comari che si lamentano sempre fa breccia tra i più ignoranti.

Sin dai tempi del Manzoni le chiese sono stati i luoghi che maggiormente hanno contribuito alla diffusione di epidemia e nel contagio della popolazione. Ma pare che a Pillon freghi poco della vita, soprattutto se non è quella di un feto mai nato.
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