A Bergamo i pazienti sono già morti, ma solo ora Regione Lombardia si offre di fare loro dei tamponi


«Al momento ero imbarazzata io per l’impiegata, sapevo che non era colpa sua. Ma adesso provo rabbia e dolore: non si può lavorare in questo modo quando ci sono di mezzo le vite e i sentimenti della gente». È così che una signora che vive a Fiorano al Serio racconta la telefonata ricevuta da Regione Lombardia in cui la si invitava a portare suo padre a fare quel tampone che lei aveva richiesto tempo fa. Peccato che suo padre fosse ormai morto da oltre un mese.
È l'ennesimo scandalo di quella Lombardia leghista in cui Fontana e Gallera passano il loro tempo a negare le loro responsabilità e a togliere risorse ai medici per dare più soldi ai dirigenti. Ovviamente tutti i morti a cui Regione Lombardia hanno negato tamponi sono tutti morti che non figurano in alcuna statistica ufficiale, indicando come la dirigenza leghista stia lavorando alacremente per mitigare i numero attraverso quello che ha l'aria di essere un occultamento dei morti.
Nella sola giornata di oggi in Lombardia si contano 282 casi casi e 62 morti, ovviamente guardando solo ai dati ufficiali comunicati dalla giunta leghista
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