Adinolfi: «È necessaria una robusta immissione di liquidità a favore delle scuole paritarie»


La Costituzione sancisce che le scuole private non devono ricevere finanziamenti pubblici (che spesso ricevono lo stesso), ma Adinolfi dice che lui e il suo partitino sostengono sia doveroso «chiedere al Governo il giusto riconoscimento economico da parte dello Stato alla scuola pubblica paritaria. Chiediamo rispetto per alunni, famiglie, docenti e comunità educanti. Le famiglie hanno per troppo tempo subito l’ingiustizia della mancanza di una effettiva parità scolastica in un Paese che non ha mai creduto sufficientemente nella libertà di scelta educativa e nella necessità di pluralismo educativo; il Popolo della Famiglia è da sempre in prima linea in questa battaglia».
In altre parole, lui vuole mandare le sue figlie a scuola dai preti e pretende che gli altri gli paghino la retta. Il tutto, peraltro, sostenendo che alle imprese dei preti si debbano dare più risorse di quante non siano concesse alle altre aziende in virtù di come loro mon vogliano che i propri figli possano frequentare le scuole pubbliche. Non male per quei tizi che dicono che il contrasto all'odio saeebbe "un costo" a cui loro non vogliono contribuire, sbraitando che i gay devono pagare le spese dei loro figli mentre loro cercano di negargli il diritto ad una famiglia.
Il partito di Adinolfi sostiene sia «necessaria una robusta immissione di liquidità a favore delle scuole paritarie che, a causa della pandemia da Covid-19, rischiano in tantissime di chiudere a settembre».
Ad oggi il Governo ha già stanziato altri 120 milioni di euro per le scuole paritarie, sottraendoli alle scuole pubbliche. Ma Adinolfi dice che si dovrebbe togliere altro denaro ai poveri per darlo ai ricchi.
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