I leghisti di Regione Lombardia sfornano patetici spot e sfottono i cittadini che sono stati così stupidi da pagare le tasse al posto di rubare


La Lombardia conta più di un terzo dei contagi da Coronavirus dell'itera Italia e piange la metà del totale dei morti della penisola. Molti anziani sono stati condannati a morte dalle delibere leghiste che hanno portato persone infette all'interno delle Rsa, altri a causa di ospedali che sono stati riaperti senza alcuna sanificazione, altri ancora dalla mancata creazione di zone rosse da parte della giunta. C'è anche un inutile ospedale costruito a fini di propaganda, costato 23 milioni di euro e rimasto pressoché inutilizzato nonostante a pochi minuti ci fossero locali già ristrutturati e disponibili all'ex ospedale di Busto Arsizio.
Eppure, in mezzo a quello schifo, il consigliere regionale leghista Paolo Grimoldi ha avuto il coraggio di pubblicare un video propagandistico della Regione (forse pure pagato con denaro pubblico) in cui una voce narrante afferma: «Ci ha colpito una tempesta improvvisa, per questo ci siamo fermati e abbiamo cambiato le nostre abitudini. Ha prevalso la responsabilità e il senso del dovere, abbiamo combattuto e non ci siamo arresi. Adesso è il tempo di ripartire, di tornare a lavorare per il futuro, ricordando ciò che abbiamo imparato. C’è tanto da fare e lo faremo insieme. La Lombardia è pronta».


E come vorrebbe ripartire il leghista? Ovviamente proponendo le idee di quel Salvini che vorrebbe premiare chi si è arricchito evadendo le tasse o commettendo abusi edilizi. Chi ha rubato avrà fatto bene, chi è pagato le trasse è un coglione.


Proseguono poi i proclami politici contro le misure di contenimento del virus che avrebbero potuto salvare migliaia di vite e con la pagliacciata dei leghisti lombardi che dicono di voler denunciare la Cina (anche se, a questo punto, il resto del mondo dovrebbe denunciare la Lombardia dato che è stata epicentro del contagio mondiale):




Interessante è come i leghisti citino unicamente giornali populisti in quella loro costante ricerca di propaganda anche quando pretendono di essere pagati da tutti i cittadini per ruolo che richiederebbero un minimo di imparzialità.
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