Il sitarello populista di Zaira Bertucca inneggia alle discriminazioni dei trans da parte di Orban


È il sito di propaganda populista diretto da Zaira Bartucca a pubblicare un articolo di rara violenza ideologica che si evince sin dal titolo "Ungheria verso l’abolizione del dato anagrafico trans".
Se ovviamente la transessualità non è un dato anagrafico dato che le donne trans vengono registrare come donne, la signora pare eccitarsi all'idea che il suo Orban abbia ottenuti "pieni poteri" con la scusa di voler contrastare il Coronavirus e li ha abbia usti per cancellare i diritti delle persone trans.

Inserendo precisazioni faziose, l'articolo non firmato esordisce con il sostenere che:

A breve potrebbe non essere possibile dichiarare nei documenti di identità un sesso diverso da quello biologico, cioè da quello che ha stabilito madre natura.

Peccato che se madre natura ha consegnato a quelle persone un'identità diversa da quella biologica, non si capisce perché mai non si dovrebbe riconoscere la verità dei fatti e si debba promuovere un pregiudizio. Anche perché, se davvero tutto quello che arriva dalla natura non dovesse essere messo in discussione, la signora Bartucca dovrebbe rifiutarsi di farsi asportare eventuali tumori o dovrebbe rifiutarsi di prendersi medicinali se la natura le ha donato una colite...

Rilanciando la propaganda integralista che nega che l'identità sia percepita e sia reale al pari di quando si va da un medico e si riferiscono sintomi percepiti ma non provabili attraverso esami medici (a partire dal dolore stesso, non misurabile ma valutato sulla base dalle dichiarazioni del paziente), l'articolo afferma:

In Ungheria a breve potrebbe non essere possibile dichiarare nei documenti di identità un sesso diverso da quello biologico, cioè da quello che ha stabilito madre natura. In soldoni, un uomo che ha subito un’operazione chirurgica o che “si sente” donna, non potrà registrarsi come appartenente al sesso femminile. Se sembra un’ovvietà, bisogna capire i mutamenti legislativi prodotti nei vari Stati dopo le pressioni del mondo dell’associazionismo lgbt e dei partiti progressisti e radicali.

Da prassi della propaganda, l'articolo dice che quella ingiusta discriminazione sarebbe "ovvia" in modo da spronare il lettore a sentirsi legittimato ad avere prese di posizioni basate sul pregiudizio. L'autore dice ai suoi lettori cosa debbano pensare per cercare di manipolarli ad uno stato di pregiudizio, infischiandosene di ogni etica e deountologia.

Negando che la transessualità sia presente sin dall'infanzia e inventandosi che si tratterebbe di una «tendenza acquisita in età adulta», affermano:

Aspetti cui Fidesz, il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbàn, sta tentando di porre rimedio con un emendamento alla proposta di Legge T/9934. Se passasse alla lettura finale e se ottenesse l’approvazione, farebbe in modo che nei documenti venisse, semplicemente, indicato il sesso con cui si è nati piuttosto che le tendenze che si sono acquisite in età adulta. Niente di più che un dato oggettivo su un documento di identità che – tuttavia – ha scatenato le ire degli omosessuali.

Al solito, l'opinione delle associazioni lgbt viene ridicolizzata con quella chiusura ridicola, tornando ancora uan volta a cercare di spronare il lettore a sostenere che l'odio e la discriminazione siano cosa buona e giusta. Peccato che la realtà sia un po' diversa, dato che la signora Bartucca chiede che altre persone non possano godere di pari dignità solo perché lei le odia e pare eccitarsi all'idea di poter contribuire a danneggiare le loro vite. Il tutto, peraltro, in quel quadro in cui a chieder che l'autodeterminazione del prossimo sia vietata per legge è quella stessa gente che va in giro a dire che l'odio omofobico sarebbe "libertà di espressione".

Non è la prima volta che il sitarellino populista di Zaira Bertucca tenta di fomentare stigma e odio contro le persone trans. Se oggi sostiene che non li si dovrebbe riconoscere, a marzo chiedeva che fossero privati dall'assistenza sanitaria attraverso teorie curiose teorie (di cui si siamo già occupati qui) da cui si evinceva che l'autore del pezzo non avesse capito che differenza ci sia tra un gay e una persona trans. Ed è forse sperando di contribuire allo stigma sociale che sosteneva che un «un transgender su sette ha l'HIV»:



Nel loro secondo articolo, inveiscono contro le persone transessuali che si prostituiscono, senza chiedersi in che modo lo stigma da loro promosso contribuisca a escluderli dal mondo del lavoro. Ed ovviamente loro se la prendono con le donne sfruttate e non con quei clienti italiani e magari padri di famiglie che creano quel commercio. Ma dato che lo scopo della loro propaganda dell'odio è sempre finalizzata alla propaganda politica, affermano:

Il problema non è, ovviamente, prettamente americano, ma esiste anche in Italia, dove è per giunta alta l’incidenza del fenomeno legato alla prostituzione e dove tanti sono i trans “da esportazione”. Con l’unica differenza che la pubblicazione di numeri e cifre è frenata dal clima di propaganda che non risparmia neppure i dati che riguardano la salute.

Non ci viene spiegato quale sarebbe il fantomatico «clima di propaganda» che pare vogliano sostenere minaccerebbe «la salute» dei loro amichetti che cercano sesso mercenario.
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