Il sito filo-russo di Zaira Bartucca è tragicomico: vomita odio ma non sa neppure che differenza ci sia tra un gay e un trans


È sempre la solita Zaira Bartucca ad aver pubblicato un articolo omofobo di raro populismo in cui ogni singola parola risulta falsa e pronunciata in evidente malafede.
In quella ideologia populista che mira a fomentare odio sociale facendo leva sull'egoismo, è scimmiottando la signora Silvana De Mari che il loro pezzo tenta di sostenere che l'esistenza altrui sarebbe un "costo" che toglierebbe privilegi a chi crede all'illusione che i populisti gli permetteranno di potersi arricchirsi sulla pelle altrui. Ed è così che sul suo sitarello di propaganda filo-russa se ne esce con questa schifezza:


In quel complottismo e in quel disfattismo che tanto eccita i populisti, il sito della signora Bartucca cerca di fomentare odio sostenendo che i gay "mendicherebbero" servizi sociali ed eventuali terapie che loro sostengono non siano necessari.
Forse ignari che i gay e le persone transessuali sono due categorie distinte e che risulta criminale il loro parlarne populisticamente come se fossero la stessa cosa, è proponendo generalizzazioni patetiche che scrivono:

Delle due l’una: o si torna a ragionare sul fatto che l’omosessualità sia una disfunzione e la si ricomincia a trattare come tale (fino a qualche decennio fa era inserita nell’Albo delle malattie mentali), oppure si mette definitivamente da parte tutto il vittimismo tipico della categoria e, conseguentemente, tutto l’intricato e costoso sistema di benefits per interventi chirurgici (anche di riassegnazione di sesso), terapie ormonali e simili.

Se è folle che vogliano sostenere che l'omosessualità possa essere ritenuta una «disfunzione», inspiegabile è come vogliano sostenere che l'omosessualità avrebbe legami con il transessualismo dato che si tratta di due temi completamente separati tra loro. E se esistono transessuali che sono anche omosessuali, la transessualità riguarda persone con disforia di genere e non necessariamente persone omosessuali. Mettere assieme quelle due categorie al solo fine di inventarsi che i gay avrebbero fantomatici «benefits» pare una palese bugia detta in profonda malafede oltre che una stupidaggine grande come un palazzo di dieci piani.
Chissà se la signora Bartucca pensa che i suoi lettori siano così stupidi da pensare davvero che i gay prendano davvero ormoni come giura l'articolo, così come dovrebbero essere fortemente disinformati per creare che una terapia ormonale non sarebbe una terapia solo perché a richiedere cure è il fisico e non la mente.

Sempre lamentandosi che l'omosessualità non sia ritenuta una "malattia" mentre parlano di un disturbo riconosciuto dalla medicina come quella "disforia di genere" che non è da confondersi con il transessualismo (prossimo alla derubricazione dalla lista delle malattie mentali da parte dell'Oms), è facendo paragoni vergognosi che il sitarello filo-russo della signora Bartucca tenta di sostenere che un intervento di riassegnazione di genere possa essere paragonato ad un intervento estetico:

Se si va reclamando l’uguaglianza, non bisogna guardare solo ai diritti degli etero, ma anche ai doveri. Alle donne vere, nessuno regala interventi estetici nel caso in cui vogliano darsi una ringiovanita o una rinfrescata. Alle donne il Servizio sanitario nazionale non regala i farmaci per rimediare ai fastidi del ciclo mestruale. Agli uomini che un bel giorno si svegliano sentendosi più di là che di qua, il SSN regala tranquillamente connotati nuovi, terapie ormonali, una fitta rete di assistenza.

Se le cure vengono spacciate per un «regalo», l'articolo si inventa che a cambiare sesso sarebbero solo gli uomini e nega che il servizio sanitario fornisce pratiche ricostruttive ed estetiche quando è presente una patologia, come nel caso delle ricostruzioni a seguito di tumori o di incidenti.
Lo stesso vale per bambini che nascono con malformazioni, operati dal servizio nazionale, così come avviene per la disforia di genere anche se per la sua scoperta e per gli interventi ormonali è necessario attendere che il fenomeno si manifesti.
Resta comunque evidente che una persona transessuale che viene operata non è una donna che vuole rifarsi il naso per essere alla moda, è una persona che ha la necessità di conformare il proprio fisico al proprio genere sulla base di una necessità medica.

Tirando in ballo pure i bambini malati in quel tentato di creare inutile odio, è sempre sostenendo che gay e transessuali sarebbero la stessa cosa che l'articolo incalza:

La sanità, insomma, per trans e gay funziona alla grande, si mettano l’anima in pace i genitori di bimbi con malattie rare che vanno reclamando sostegno a destra e a manca. Un sostegno che nella maggioranza dei casi non arriverà mai. Se ne facciano una ragione anche quelli che stanno in fila per ore negli ospedali o ai pronto soccorsi per carenze quasi irrimediabili, ma anche medici e infermieri che con fatica e poche risorse mandano avanti la sanità italiana. Se vogliamo smetterla di considerare l’omosessualità una malattia, dobbiamo smetterla (e presto), anche con l’assistenzialismo.

Esatto, arriva a sostenere che le file al pronto soccorso sarebbero colpa delle operazione id riassegnazione del sesso. Purtroppo la signora non ci spiega quali sarebbero i fantomatici "benefits" che verrebbero concessi ai gay in ospedale dato che nessun gay necessita di operazioni chirurgiche o di cure mediche legate alla sua omosessualità.

Sempre facendo leva sul denaro in quell'uso propagandistico dell'egoismo, l'articolo continua a fare disinformazione usando parole a caso e dicendo bugie:

Perché è insensato affannarsi a reclamare uguaglianza per poi mendicare triptorelina, ormoni, costose operazioni, corti di medici e psicologi del “gay è bello per forza” pagati dallo Stato e, in ultima analisi, dai contribuenti. Cioè da noi, dalle nostre tasse. Se l’omosessualità non è una malattia, non deve essere trattata come tale. Farmaci a questo punto superflui (le medicine servono ai malati, ergo se gli omosessuali non sono malati non hanno bisogno di medicine), sportelli privilegiati, associazioni di tutela, call-center specifici: un sistema inutile oltre che dannoso, che fa più ghetto che inclusione.

Gli sportelli a cui fanno riferimento sono pagati dal servizio sanitario nazionale e riguardano presumibilmente i centri di assistenza a chi è vittima di omofobia. Dovessimo dare retta alle loro sconnesse teorie, dovremmo sostenere che se le donne non sono malate, allora bisognerebbe chiudere anche i centri anti-violenza.
Ed è sostenendo che «la gente normale» sarebbe eterosessuale e che loro esigono che i gay siano ritenuti dei "malati" che il sito conclude quella porcheria scrivendo:

E allora, amici omosessuali, o vi inserite a tutti gli effetti nel mondo etero dove (sorpresa!) per la gente normale i privilegi non esistono, oppure fate marcia indietro. Prendendo coscienza, a quel punto, dei vostri problemi, della vostra necessità di sottoporvi a cure e di essere, in ultima analisi, portatori di una disfunzione. Perché le due cose, la normalità secondo natura cui vi richiamate e la presa a carico del Sistema sanitario nazionale, in nessun modo possono andare insieme. Delle due, l’una.

L'Ordine dei giornalisti non ha nulla da ridire sul fatto che una loro iscritta pubblichi simili porcherie in cui ogni singola affermazione è una bugia messa lì per legittimare l'odio?
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