Il sito di Zaira Bartucca sostiene che i progetti di educazione al rispetto «sembrano strizzare l’occhio alla pedofilia o consigliare pratiche omosessuali»
È il sito di propaganda populista diretto da Zaira Bartucca a sostenere che esisterebbe un «dossier» che fotograferebbe «inquietanti progetti gender» che dicono «sembrano strizzare l’occhio alla pedofilia o consigliare pratiche omosessuali».
L'"autorevole" fonte della loro teoria è la setta omofoba di Toni Brandi e Jacopo Coghe, i quali a loro volta dicono che le loro accuse sarebbero vere perché le ha rilanciate Zaira Bartucca. Praticamente se la raccontano e se la cantano tra di loro, lanciando accuse di «pedofilia» come se loro se ne fregassero del diritto costituzionale per cui nessuno può essere accusati di commettere reati se prima non vengono portare prove delle loro deliranti accuse. E di prove nell'articolo non c'è traccia, dato che si elencano a casaccio alcuni tutoli di libri per decidere che loro hanno stabilito esisterebbero «ben 129 progetti scolastici sul fantomatico “gender” che hanno riguardato scuole di ogni ordine e grado, fino a entrare nelle case degli italiani con una produzione Rai».
Come prassi, i populisti cercano di fomentare odio sostenendo che il contrasto alla discriminazione sarebbe «spesata dai contribuenti» e dunque loro non accettano si possano investire risorse per gli altri mentre Jacopo Coghe continua a piagnucolare che lui ha troppi figli ed ora vuole che lo stato glieli mantenga. Ma perché mai un gay dovrebbe pagare i frutti dei suoi coiti e lui non dovrebbe contribuire a configgere quella discriminazione che porta la sua organizzazione ad incassare milioni di rubli elargiti dagli oligarchi russi?
Si passa così a raccontare che la loro Silvana De Mari sostiene che l'omosessualità non esista e che i gay sarebbero persone che non hanno capito che i loro affetti sarebbero soltanto amici:
Tutto pensato per un periodo della vita tra i più mutevoli e delicati (quello dell’adolescenza e della pre-adolescenza) quando, ci ha spiegato la dottoressa Silvana De Mari nel corso di un’intervista, è facile scambiare il rapporto quasi simbiotico con gli amici dello stesso sesso per altro.
E chissà se la Bartucca stia con il suo fidanzatino extracomunitario solo perché a scuola non gli è stato insegnato il rispetto così come pare sostenere... intanto sul suo sito viene rilanciata la fake-news del «sesso orale spiegato ai bimbi della quinta elementare» che era stata inventata dalla loro Silvana De Mari sulle pagine del quotidiano populista di Murizio Belpietro. Ed è così che scrivono pure:
“L’ideologia gender – ha detto il presidente di Pro Vita e Famiglia Antonio Brandi – continua a fare danni nel nostro paese, e prova a corrompere la mente dei bambini. Purtroppo alcune vicende recenti destano grande preoccupazione e ci obbligano a reagire. In provincia di Bergamo hanno per esempio pensato di spiegare il sesso orale in quinta elementare (a bambini di nove-dieci anni, ndr), allo scopo di “far conoscere ai bambini il loro corpo”. Ad Alessandria nella “Casa delle donne” ha avuto luogo un evento che prevedeva la lettura ai bambini da parte di due drag queen di fiabe ispirate alla teoria del gender. A Bologna è tutt’ora in corso il festival Lgbt “Radical choc”, che include anche uno spettacolo che parla di bambine transgender”.
“Oltre a tutto ciò – prosegue Brandi – ricordiamo l’introduzione a livello di Sistema sanitario nazionale del cosiddetto “farmaco gender” per bloccare la pubertà, la triptorelina, che può ormai essere somministrato a bambini con “disforia di genere” (non riconosciuta da molti medici, ndr) in modo che possano “più liberamente” transitare verso il sesso opposto. In realtà la triptorelina non è stata sperimentata per la pubertà fisiologica, mette seriamente a rischio la salute fisica e psichica dei minori e rappresenta una falsa soluzione (fisica) a un problema di disagio psicologico. E’ essenziale, vista la deriva in atto, non solo non abbassare la guardia ma rilanciare una offensiva anti-gender, per proteggere i nostri figli e la libertà e priorità educativa dei genitori. E’ chiaro che se non facciamo nulla, anche da noi si arriverà come nel Regno Unito all’educazione “gender” obbligatoria nelle scuole, all’impossibilità di manifestare per i diritti della famiglia naturale, a fenomeni come i “drag kid”, bambini all’apparenza transgender“.
“Fenomeni come quello di Bibbiano – ha concluso – dovrebbero insegnarci fino a dove può giungere un sistema che si oppone alla famiglia naturale, se non vi è nessuno che lo smaschera e lo combatte apertamente”.
Se gente che tira in ballo Bibbiano per cercare di strumentalizzare i bambini è gente che si dequalifica da sé, folle è come si inventino balle sulla triptorelina mentre tutto ruota attorno a quella fantomatica "ideologia gender" che si sono inventati loro. È come sostenere che esistano gli unicorni perché ci si è inventato una teoria spacciata come base della propria tesi. E non va meglio il tentativo di sostenere che l'odio servirebbe «per proteggere i nostri figli» quando in realtà sono propri dei figli a subire quelle discriminazioni su cui fatturano Brandi e Coghe.
Non meno comico è come dicano che l'indottrinamento all'odio sarebbe «libertà e priorità educativa dei genitori» mentre poi chiedono che ai genitori sia vietato di poter portare i propri figli ad ascoltare fiabe raccontate dalle drag. Davvero pensano possa essere credibile chi dice che la loro vogliono la "libertà" di poter imporre agli la loro ideologia? E se le diversità è un dato oggettivo deciso dalla natura, la loro fantomatica «offensiva anti-gender» pare frutto della depravazione di persone che non accettano di non essere il metro di confronto per condannare gli altri