Con l'appoggio dei vescovi polacchi, si chiede il carcere per il dirigente Ikea che ha licenziato un dipendente che inneggiava allo sterminio deidei gay


Nella Polonia neofascista, un responsabile delle risorse umane di un negozio Ikea è stato denunciato per «discriminazione religiosa» in seguito al licenziamento di un dipendente omofobo che si divertiva a insultare i gay pubblicando i versetti tratti dal Lievitico. Sorvolando sui passaggi in cui quel libro biblico dice che l'omosessualità sarebbe «abominio» al pari del mangiare crostaceo o non lasciar marcire la carcassa di un piccione morto sul balcone, l'uomo si eccitava a dire che i gay dovevano essere uccisi: “Guai al mondo per gli scandali. Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” e “Se un uomo giace con un maschio come fa con una donna, hanno commesso tutti e due un abominio: saranno messi a morte entrambi. Il loro sangue ricadrà su di loro”, scriveva tutto eccitato.
Ma dato che la Polonia è ormai la terra in cui la religione viene usata dai nazifascisti come "giustificazione" al loro odio contro-natura, un procuratore sostiene che il licenziamento dovrà costare due anni di carcere a chi ha osato difendere le minoranze dall'odio di chi bestemmia Dio. E non meno grave è come i vescovi polacchi abbiano offerto il loro appoggio al criminale omofobo, sostenendo che lo si dovesse elogiare nelle chiese polacche dicendo che «dal punto di vista della legge e soprattutto di correttezza e buon senso, è inaccettabile attaccare il dipendente Ikea che ha rifiutato l’indottrinamento LGBT sul posto di lavoro».
L'avvocato dell'omofobo si è presentanti in tribunale sostenendo che il suo cliente avesse il diritto di inneggiare allo sterminio di dinteri gruppi sociali e che il licenziamento del suo assistito sarebbe stato «il risultato di una valutazione arbitraria e pregiudiziale da parte del manager nei confronti del dipendente che, nell’esprimere le sue opinioni, si è riferito ai valori cristiani». E che cosa ci sarebbe di "cristiano" nell'uccidere il prossimo lo sanno solo loro.
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