I neofascisti acclamano Pillon per la sua difesa dei reati di matrice omofoba


Il leghista Simone Pillon dice che ad una donna maggiorenne debba essere proibito poter visitare un sito per adulti senza il permesso del proprietario del contratto telefonico (che, guarda caso, generalmente è il maschio), ma poi dice che punite chi picchia a sangue un gay sarebbe "liberticida" dato che lui e la Lega stanno dalla parte dei criminali. E se è davvero un avvocato, pare assurdo non sappia che certe limitazioni sono previste per chiunque commetta reati penali.

A raccontarlo sono i neofascisti di CasaPound, i quali scrivono che:

Il nuovo Ddl prevede in sostanza di estendere alcuni reati già previsti del codice penale (art. 604 bis e 604 ter) agli episodi di odio basati sull’omofobia e sulla transfobia. Si aggiunge così al reato di discriminazione “razziale, etnica e religiosa” quello fondato “sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.
Il problema è che lo si fa in modo decisamente pesante, che oltre a rischiare di sfociare in una sorta di ideologica “caccia alle streghe”, prevede condanne impressionanti per chi viene giudicato colpevole. A denunciarlo è Simone Pillon, senatore della Lega che si oppone strenuamente all’approvazione di questa legge. In un post pubblicato sulla sua pagina, Pillon mostra una pagina del Ddl, quella che a suo avviso è evidentemente la più grave. E interviene sulla questione senza mezzi termini. “Non solo 6 anni di galera, non solo risarcimenti astronomici, non solo lavori gratuiti per le associazioni LGBTQEtcEtc.. Ai condannati per omofobia – scrive Pillon – sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto e ogni altro documento valido per l’espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto”.

A ben leggere si prevede pure altro, ad esempio il “divieto di partecipare, in qualsiasi forma, ad attività di propaganda elettorale per le elezioni politiche o amministrative successive alla condanna, e comunque per un periodo non inferiore a tre anni”. E’ l’aspetto forse più allucinante, perché mette a tacere opinioni politiche e impone un bavaglio a chi vorrebbe liberamente professarle. “Mancano solo 20 frustate e l’esilio, e poi abbiamo visto tutto. Questo è il concetto di libertà di Zan, Scalfarotto, Boldrini & company”, tuona Pillon. Il senatore leghista invita poi a dimettersi gli autori del testo di questo Ddl: “Dovreste solo dimettervi dal parlamento e vergognarvi per aver anche solo pensato cose del genere”.

Peccato si tratti di quanto previsto dal 1993 per i reati contro i cristiani, ma Pillon chiede che la violenza contro i gay sia ritenuta meni grave di chi contesta quanti, come lui, si definiscono probabilmente "cristiani". Ed è significativo siano i suoi amichetti neofascisti a volete che i reati contro i gay non siano puniti con severità, quasi progettassero di rendersene responsabili.

Se Pillon continua a rendersi ridicolo nel suo sostenere che una legge che neppure punisce la propaganda all'odio ma solo i reati sarebbe "contro le opinioni", le sue rivendicazioni paiono ricordare quegli evangelici che difesero gli assassini di Matthew Shepard sostenendo che uccidere un gay dovesse essere ritenuto meno grave dell'uccidere un eterosessuale.
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