Deriva integralista. La Polonia vuole uscire dalla Convenzione di Istanbul


La Polonia neofascista vuole uscire dalla Convenzione di Istanbul, sostenendo che la loro idea di "società cattolica" si baserebbe sull'abuso delle donne e sulla promozione dell’omofobia. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro, annunciando al mondo la sua crociata contro il testo più avanzato e il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica.
Ziobro sostiene che la Convenzione di Istanbul sarebbe «una fantasia e un’invenzione femminista volta a giustificare l’ideologia gay» ed è per questo che ha richiesto al ministero della Famiglia di avviare il processo formale di ritiro dal trattato. L'esponente popilusta sostiene che nel testo siano contenuti «elementi di natura ideologica» che lui dice sarebbero «dannosi» e non condivisi dall'attuale governo polacco, guidato dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS). In particolar modo, punta il dito contro la definizione di "genre" sostenendo che per lui sia intollerabile che la protezione possa riguardare più vittime di quante rientrerebbero in una divisione basata sul sesso biologico. Immancabilmente ha tirato in ballo la bufala della fantomatica “ideologia gender”, spiegando che è contro i gay che lui toglie diritti alle donne.
In un copione già visto, il ministro ha precisato che le leggi nazionali polacche sarebbero già sufficienti per contrastare e prevenire la violenza maschile contro le donne, ma ha trascurato di dire che quelle leggi sono state introdotte negli ultimi anni in base ai requisiti previsti dalla Convenzione stessa. Gli esperti osservano anche che quanto oggi previsto dall'ordinamento polacco non è sufficiente a garantire la sicurezza delle donne.
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