I deliri di Mario Adinolfi sulla «omosessualizzazione» della Rai che negherebbe la discriminazione


Mario Adinolfi pare ormai un indemoniato nel suo offrire falsa testimonianza in difesa dell'odio. Sbraitando che lui esige non siano previste aggravanti per chi dovesse picchiare a sangue le sue figlie qualora non si facciano penetrare da membri maschili secondo il suo volere, il fondamentalista sostiene che non esisterebbe alcuna discriminazione contro i gay dato che la Rai non censura i gay per offrire spazio alle soubrette sovrastaste che lui elogia per le brutte parole che hanno vomitato contro le famiglie che lui odia. Lo scrive dalla sua paginetta di propaganda:


Se Adinolfi farebbe meglio a guardare i risultati del suo partitino-flop che non riesce ad andare oltre allo zero-virgola-qualcosa alle elezioni, è tra le sue solite invettive scomposte che ci viene a raccontare che lui, dall'alto delle sue mogli, non vede alcuna discriminazione. La sua teoria è che i lussuosi salotti televisivi sarebbero lo specchio della società, e non le fabbriche, le officine o gli uffici...

Ma forse basterebbe osservare come i suoi composti deliri eccitino personaggi legati al fascismo come quel consigliere Tuiach che lo rilancia prima di sostenere che per essere di destra si debbano picchiare i gay e si debbano odiare le persone di colore:


Adinolfi è certo che non esisterebbe discriminazione mentre un conigliere sceglie l'immagine dei neonazisti ucraini mentre parla di picchiare i gay per strada come segno di appartenenza alla destar di Adinolfi, Meloni e Salvini?
Che dice di quel suo sostenere che Trump sarebbe bravo quasi quanto il loro adorato Benito Benito Mussolini perché omofobo, o del suo affermare che i gay sarebbero demoni che rubano i bambini? Per lui non è odio quello? O forse lui è preoccupato che il loro business bastato sul commercio di omofobia possa risentirne, prestandosi a compiacere quelli per cui il virus none esiste e per cui il femminicidio sarebbe un'invenzione?

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