L'ira di Annarosa Rossetto contro le aziende che promuovono l'inclusione


Annarosa Rossetto è una esponente delle Sentinelle in piedi di Imperia e dell'organizzazione omotransofobica di Massimo Gandolfini. Da anni pare trascorre le sue giornate attaccata ai social per vomitare odio contro le persone gay, quasi come se quell'odio fosse la sua unica ragione di vita. Dalle pagine del blog integralista di Sabino Paciolla, la fondamentalista ci regala un surreale articolo intitolato «Come ti sponsorizzo la categoria più “discriminata” al mondo».
Intenzionata a sostenere che i gay non sarebbero discriminati nonostante lei abbia passato anni a chiedere che le loro famiglie fossero ritenute inferiore alla sua o che fosse vietato loro di poter avere gli stessi diritti pensionistici di cui lei gode a piene mani, è con la sua solita prepotenza che la signora Rossetto scrive:

E’ finito il mese di giugno. Come forse saprete è il mese che la lobby LGBT ha da anni fatto diventare il “mese dell’orgoglio gay”.
E ogni anno vediamo intensificare l’onda di arcobaleno che invade i loghi di aziende di ogni tipo dalle reti telefoniche alle squadre di calcio, dai colossi della vendita online ai piccoli produttori che cercano di farsi notare, dalle case di cosmetici al pasticcere di grido. I più famosi discriminati del mondo sono coccolati, blanditi e sponsorizzati dalla Major del cinema, dalle multinazionali, dai politici, dallo Star System. In qualche caso anche dalla Chiesa come potete vedere dall’immagine di copertina, il logo di un evento della “pastorale LGBT” New Ways Ministry soppresso per l’epidemia di Covid ma trasformato dal gesuita padre James Martin in un messaggio video cui hanno partecipato moltissimi vescovi e sacerdoti.

Se è quasi tragicomico osservare come l'esponete della ricca lobby fondamentalista si diverta a sbraitare contro fantomatiche "lobby gay" in merito ad un ricordo storico di quanto avvenne allo Stonewall di New York nel giugno del 1969, curioso è che abbia il coraggio di sostenere che i gay sarebbero «coccolati, blanditi e sponsorizzati» solo perché alcune aziende hanno deciso di farsi promotrici della tolleranza.
La realtà è che purtroppo non basta che RealTime decida di mettere un logo arcobaleno per impedire che dei fascisti si possano sentire legittimati ad aggredire qualcuno per strada sulla base dell'odio di cui la signora Rossetto si fa promotrice, significa solo che l'azienda vuole schierarsi dalla parte giusta della storia in attesa che la mentalità della Rossetto diventi storia. Di certo quel logo colorato aiuta, come dimostra la rabbia che pare trasudare la signora davanti a chi osa schierarsi dalla parte dei diritti civili anziché compiacere la sua ideologia discriminatoria, ma non basta quello a negare la realtà che troviamo descritta nelle pagine di cronaca.

Sempre sprecandosi nell'uso di parole storie e di virgolette volte a togliere dignità nelle parole, la signora Rossetto prosegue:

Poi c’è chi vuole strafare. Uno degli spot più scioccanti per sponsorizzare un marchio cavalcando l’onda del Pride è quello del marchio di abbigliamento Diesel che è riuscito a mescolare transgenderismo e religione con un video in cui un ragazzo, a furia di pastiglie di ormoni e depilazioni, lascia gli studi e la famiglia e diventa novizia in un convento di suore. [...] Anche la rivista on-line Freeda, rivista femminile seguitissima sui social da tantissime ragazze, ha davvero spinto a fondo sul pedale dell’ideologia LGBTQ+. A conclusione del mese del “Pride” ha pubblicato il video di un bambino “transgender” che, da quando aveva 4 anni, è stato trattato da femmina poiché tale si sentiva. [...] E questa volta non era uno spot commerciale, semplicemente uno spot per diffondere tra i giovani l’ideologia “queer”, ovvero che sesso e genere sono categorie separate e che si può “fluire” da un genere ad un altro.

Ogni parola è scritta per offendere e per raccontare teorie distorte, magari appellandosi a quelle teorie create dalle lobby integraliste che nega che il genere sia parte della persona. Per lei tutto si risolve dicendo che la vita e i sentimenti attui sarebbero "ideologia" e che lei non gli permetterà mai di poter vivere in santa pace la loro vita senza molestarli.

Surreale è la conclusione dell'articolo:

E niente, grazie al Cielo giugno è finito anche quest’anno e, poiché il progetto di legge Zan-Boldrini-Scalfarotto per ora è solo in discussione, possiamo tirare un sospiro di sollievo senza essere ancora accusati formalmente di omotransfobia.

Insomma, troppa tolleranza. E a lei la tolleranza non piace, soprattutto quando si tratta di sparare a zero contro una legge che oserebbe punire chi compie aggressioni o pestaggi di matrice omofoba.
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