Restiamo liberi andando a inficiare la vita altrui?


In vista della manifestazione a sostegno dell'odio invocato dai gruppi integralisti legato all'estrema destra, l'associazione NovarArcobaleno, ha diramato un comunicato:

Restiamo liberi andando a inficiare la vita altrui? Ci troviamo nella situazione paradossale in cui in Italia i casi di odio e aggressione nei confronti delle persone LGBT+ aumentano, e lo dicono le statistiche che saranno ancor più chiare una volta passato il DDL Zan, nel bel mezzo di una pandemia, con una crisi economica e sociale spaventosa, invece di un sano rimboccarsi le maniche, si preferisce per l'ennesima volta andare a intaccare la prima minoranza capitata tra le mani.
Comodo, estremamente, con buona pace del "ne usciremo migliori" e di "andrà tutto bene". Diciamolo allora chiaramente che delle botte date alla ragazza lesbica in stazione a Novara non ci importa niente, non ci importa delle minacce di morte e di stupro per le due ragazze di Arona (che proseguono tutt'oggi) e non ci frega di chi caccia coppie dai parchi perché dello stesso sesso. È la normalità, lo status quo che si vuole mantenere, perché invece di una situazione di uguaglianza, è utile averne una di potere e controllo.
Per lo meno gradiremmo dunque questo tipo di sincerità da chi sparge fake news e si lamenta del rischio di perdere il diritto di malmenarci e ucciderci per la nostra esistenza, come se fosse normalità e cosa assodata. Parlate chiaro e ammettete che siete nostalgici di un'epoca in cui le donne erano oggetti e le nostre vite e i nostri corpi venivano mutilati e nascosti nelle case.
Ci dispiace per voi e per la vostra pochezza, ma non vi basterà una manifestazione l'11/7 per tornare a farci abbassare la testa. Siamo figl* di una rivolta, non dimenticatelo.
«We are the Stonewall girls. We wear our hair in curls. We wear no underwear. We show our pubic hair. We wear our dungarees. Above our nelly knees!».
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