Ferdinando Tripodi, il "gay di destra" sceso in campo con Giorgia Meloni contro il ddl omofobia


Ferdinando Tripodi è il presidente dell’associazione "Diritti & Legalità", opinionista televisivo pontino e "gay di destra" che pare strenuamente impegnato nell'assecondare tutto ciò che Giorgia Meloni e Matteo Salvini dichiarano contro i gay.
Nel 2017 trovò visibilità mediatica dichiarandosi «contrario al Gay Pride di Latina» perché da lui ritenuta «una parata del tutto inutile» e una «carnevalata tendente al volgare». Asseriva che «il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero, tutti i giorni, senza il bisogno di sbandierare la propria diversità» ed aggiungeva poi che «spesso e volentieri durante questa marcia circense non mancano gestualità volgari, anche davanti a molti bambini». Il tutto per concludere: «Non esiste un etero pride, perché dovrebbe esistere il gay pride?».
Chissà che qualcuno non possa spiegargli che non esiste alcun "etero pride" (anche se in realtà Forza Nuova lo organizza) perché non esistono eterosessuali discriminati in quanto eterosessuali o Paesi in cui essere eterosessuale può costare la pena di morte.
Nel 2018 tornò ad ottenere visibilità proclamandosi come "il gay di destra" contrario alle unioni civili. In quel caso, senza spiegare in che modo i suoi pregiudizio contro le famiglie altrui dovesse riguardare l'unione tra due persone dato che le unioni e i figli sono due temi separati, si lamentò che: «vengo attaccato da molti semplicemente perché difendo il diritto del Bambino ad avere un padre ed una madre».
Nel 2020, lo troviamo impegnato ad inveire nuovamente contro i Pride, sostenendo siano «manifestazioni contrassegnate da volgarità» in cui lui dice ci sarebbe «ostentazione della propria sessualità». Ed immancabile arrivava anche il suo tirare in ballo i bambini per lanciare un discutibile appello finale: «Invito i genitori e tutti quegli omosessuali di sani principi e valori a non portare i propri bambini, figli o nipoti, ad uno spettacolo volgare, e che ha il sapore amaro della disgustosa forma di trasgressione che supera ogni limite ed ogni rispetto per l'essere umano». Il bello è che nel 2020 non c'è stato alcun Pride a causa della pandemia da Coronavirus e dunque non è del tutto chiaro perché lui proponga quelle discutibili parole in riferimento a manifestazioni che neppure si sono svolte.

Ovviamente contrario anche alla legge per il contrasto ai crimini d'odio dettati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, Ferdinando Tripodi si è presentato alla manifestazione di Provita Onlus insieme a Giorgia Meloni e alla senatrice Isabella Ruauti con un cartello in cui ostentava un suo tweet che pareva basato unicamente sull'ostentazione della sua sessualità volta a proporsi come "il gay di destra" che sta con chi dice che l'omofobia sia una «libertà»:


Da "gay di destra" che si ritiene di «sani principi e valori» mentre manifesta a sostegno dell'omofobia, Tripodi pare non risparmiarsi anche da messaggi in cui attacca il Ddl Zan tirando in ballo quei bambini che lui dice di non volere possano essere adottati da gay e lebiche attraverso la proposizione di un'immagine del tutto decontestualizzata:


Mostrassimo cosa fanno certe coppie etero in discoteca, dovremmo poter pretendere un divieto all'adozione per tutti gli eterosessuali in quelle generalizzazioni che tanto piacciono ai populisti? Oppure è colo contro gli altri che questa gente generalizza e offende?

Ed ancora, il populista scrive anche:



Interessante è anche il filone il cui il nostro "gay di destra" pare voler sostenere che il virus non giustificherebbe uno stato di emergenza dato che per lui la priorità sarebbe proporre un blocco navale (peraltro incostituzionale) dettato dal suo sostenere che gli stranieri sarebbero «infetti»:


Si passa così al sostenere che Matteo Salvini dovrebbe essere esentato dai processi perché lui avrebbe deciso che un sequestro di persona non sarebbe grave se piace a chi cerca di disumanizzare i migranti e richiedenti asilo chiamandoli «clandestini» o sostenendo sarebbero «infetti»:


Ma mentre accusa sommariamente i migranti di essere «infetti», loda Salvini per il suo fregarsene delle regole per il contrasto alla diffusione del Coronavirus. D'altronde poi si potrà sempre dire che sono gli altri che portano le malattie...


Inoltre "il gay di destra" per cui «le idee non si processano» si vanta di aver fatto censurare una fotografia di un cantante inglese sulla base del suo sostenere che l'albero di Natale sarebbe «un simbolo cristiano» per cui deve essere vietato potersi scattare fotografie al suo fianco:


Se a catechismo ci dicevano che fosse il presepio e non l'albero ad essere simboli cristiani, Wikipedia osserva che «l'abitudine di decorare alcuni alberi sempreverdi era diffusa già tra i Celti durante le celebrazioni relative al solstizio d'inverno». Quindi non solo si tratterebbe una tradizione ben antecedente al cristianesimo, ma neppure si spiega perché lui dica che l'omofobia sarebbe una "libertà" ma poi voglia vietare agli altri la libertà di potersi scattare fotografie in casa propria.

Ed ancora, è sempre ostentando il suo dirsi "gay di destra" che il signorino ci informa che lui ritiene che i Pride offenderebbero "la morale" di tutti.


E se noi dovessimo ritenete che ad offendere la morale siano manifestazioni volte a pretendere che si risparmino aggravanti per chi commette crimini d'odio, potremmo riservargli le stesse parole che lui riserva ai gay? Oppure è solo lui a poter insultare i gay che partecipano con dignità ai Pride, magari ricorrendo a fotografie del 2011 scattate in Inghilterra pur di sostenere che chi non è eterosessuale possa essere definito «osceno pagliaccio» sulla base delle sue discutibili generalizzazioni?
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