Don Bianchi inveisce contro chi tutela la vita


È interessante osservate come quelli che dicono di voler vietare ogni diritto di scelta alle donne per tutelare la vita dei feti siano poi i primi ad inveire contro chi tutela la vita di chi è nato. Ad esempio, è il solito parroco leghista di Villamarina e Gatteo Mare a contestare l'idea che i suoi parrocchiani non possano organizzare festini privati a sfregio delle più basilari norme sanitarie. In quella prassi del populismo che li porta a cambiare la realtà per ironizzare contro il buonsenso, il sacerdote esordisce sostenendo che lui non avrebbe capito che i familiari non sono ospiti:


Ovviamente le premesse sono false, dato che il sacerdote fonda la sua falsa testimonianza sulle bufale create dalla propaganda populista. Sostenendo che una raccomandazione sarebbe da intendersi come un'inaccettabile imposizione agli egoisti, prosegue lamentandosi di chi fa rispettare la legge:


Peccato che il suo ragionamento populista non prenda in considerazione un semplice dato di fatto: se lui non si mette la cintura di sicurezza, è lui che ci rimarrà secco se andrà a schiantarsi a cento all'ora contro un albero. Ma se lui dovesse organizzare festini in canonica e dovesse creare assembramenti di persone che violano le distanze di sicurezza senza indossare alcun dispositivi di protezione individuale, saranno i suoi parrocchiani a rischiare di essere infettati e di finire in terapia intensiva per causa sua. E se ognuno è libero di disporre liberamente della propria vita, non si può dire altrettanti di chi mette a repentaglio la vita altrui perché ha voglia di fare baldoria.
Ancor più se a suggerire il "diritto" di far ammalare gli altri è quello stesso sacerdote che vuole impedire ai malati di poter decidere per sé stessi riguardo al proprio fine vita o che va in giro a dire che bisogna vietare ai gay di veder riconosciuta la propria famiglia visto che lui non sopporta possano vivere in santa pace la loro vita. Eppure lui insiste:


Se tutelare la vita vuol dire dare contro a qualcuno, che dirà don Bianchi di quel Gesù che in Matteo 18, 15-17 invita a redarguire gli altri dapprima con un richiamo «fra te e il tuo fratello», poi in due o tre se il fratello persiste nell'errore e in fine attraverso l’assemblea. Vuole inveire anche contro Gesù perché non invita all'irresponsabilità come il suo amato Salvini?
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