Lettera omofoba recapitata a due ristoratori tprinesi: «Siete culatt*ni e avete l’Aids»


Da Torino giunge l'ennesima cronaca di omofobia. Un omofobo avrebbe fatto recapitare ad una coppia di ristoratori una missiva a dir poco delirante, infarcita di insulti e di pregiudizi contro i gay. Partendo dal lamentarsi che il ristorante non fosse aperto per pranzo, ha scritto:

Egregi sig.ri titolari della pizzeria “150”, in un momento in cui tutti hanno voglia di riaprire e ricominciare dopo una lunga pausa, voi due decidete di non riaprire all’ora di pranzo. Motivo sconosciuto. Considerato però che ho saputo da poco che siete due noti “culatt*ni” (io sono di Milano e da noi si dice così), penso che il male maggiore ce l’abbiate in corpo già voi (AIDS), per cui siamo noi clienti ad avere paura nel venire da voi (anche la sera). Buonanotte.

Se non serve commentare l'ignoranza di quell'omofobo che pensa che i gay debbano avere l'Aids, grave è come il soggetto dica di sentirsi legittimato a usare termini dispregiativi sulla base del "si dice così". L'impressione è che il loro sintesi legittimati a usare simili termini sia la conseguenza di un Nino Spirlì e di Ferdinando Tripodi che cercando di farsi belli con Salvini dicendo di voler essere chiamati «fr*ci» e «finocchi». Nonostante quei termini nascano con un intento palesemente discriminatorio, loro amano raccontare che «gay» sarebbe un termine inglese e che nella sacra lingua padana è cosi che andrebbero apostrofati tutti gli uomini che non esercitano penetrazioni vaginali secondo la regola decisa dal senatore leghista Simone Pillon. Quindi, sulla base di come i due leghisti dicano di voler etichettati con quei termini dispregiativi, anche l'omofobo milanese pare sentirsi legittimato a usare termini dispregiativi con la scusa del "si dice così".

A quel delirio, i due ristoratori hanno replicato:

Grazie Mille testa di c***. E adesso ti spiegheremo anche il perché, oltre che a metterci la faccia sempre e comunque, siamo orgogliosamente convinti che il nostro locale, aperto a tutti e a tutte le forme di pensiero, davvero non abbia bisogno di coglioni come te. Ci siamo sforzati di trovare un nesso tra la mancata riapertura del negozio a pranzo e la nostra vita privata, dopo qualche ora siamo giunti alla conclusione che probabilmente avresti bisogno di uno psichiatra, fai tesoro dei consigli che ti diamo. In genere, abituati da sempre a vivere la nostra vita liberi e felici caro il nostro frustrato e probabilmente anche insignificante nella vita, abbiamo serie difficoltà a considerare le tue parole offensive, non ci hai messo neanche la faccia !!!! Ti nascondi dietro una letterina ina ina, perché mancando di palle, non sei in grado di sostenere ciò che pensi, già questo ci dice abbastanza di te, tra l’altro, mentre noi si vive felici e contenti, tu spendi tempo per metterti li a scrivere a macchina, imbustare, uscire di casa fino alla posta, spendere dei soldi per un francobollo, per cosa poi? Davvero hai una vita così vuota tanto da utilizzare tempo prezioso dietro a “due culattoni” come hai precisato nella letterina ina ina, questo forse non denota un po’ il famoso “vorrei ma non posso?”. Vedi , quando sei circondato da persone che ti vogliono bene, basta fare le domande giuste alle persone giuste e si scoprono molte cose, arrivare a te, caro coglione, sembra più facile del previsto, a presto. Decisamente affranti, Stefano e Gaetano.
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