Adinolfi vuole negare il matrimonio ai gay, ma ora accusa Marrazzo di guardare a "cosa si fa sotto le lenzuola"


Il suprematista Mario Adinolfi risulta sempre più patetico. Forse ricorderete come tentò di mettere a frutto l'omofobia catalizzata dal Family day, annunciando la nascita del suo partito omofobo nel tentativo di conquistare posizioni rispetto ad un fondamentalismo che si appoggiava su Salvini e sulla Meloni. Il suo obiettivo era di poter fare soldi facili impicciandosi di ciò che la gente faceva tra le coperte e promettendo che lui li avrebbe giudicati e condannati qualora non fossero risultati conformi ai suoi pruriti sessuali.
Eppure è curioso che ora sia ricorso al suo consueto bullismo nell'inveire contro il progetto politico fondato da Fabrizio Marrazzo. Evidentemente disposto a tutto pur di elemosinare visibilità mediatica, l'esponente del partito omofobo che campa sulla promozione dell'omofobia è risultato capace di andare dall'Adnkronos a dichiarare:

La mia profezia è che non ci sarà neanche una lista di questo paradossale partito sulle schede elettorali, in nessuna delle città in cui si andrà a votare in primavera. Non riusciranno nemmeno a raccogliere le firme. Bisogna fare i conti con la realtà e la risposta politica che potrà avere tale partito è infinitesimale.

A detta di quel signore che si auto-proclama volere del popolo nonostante abbia ottenuto lo zero-virgola-zero-qualcosa di voti alle elezioni nonostante, la sua omofobia dovrebbe essere ritenuta un valore universale e che il suo partito sarebbe espressione di gay che esigono di essere ritenuti inferiori a lui:

Quando si fonda un partito si cerca di dare risposta a bisogni collettivi, come per esempio ho fatto io, insieme ai 300 costituenti, dando vita al Pdf. Ho immaginato di rappresentare decine e decine di milioni di italiani che vanno a comporre il popolo delle famiglie, persone regolarmente sposate con figli; 220.000 italiani mi hanno dato fiducia alle elezioni politiche del 2018. Quando si fonda un partito ci si riferisce a valori che hanno a che fare con una dimensione universale dell'essere umano, non a cosa si fa sotto le lenzuola.

Ma mentre lui nega l'evidenza, caso vuole che sul simbolo del suo partitino abbia scritto che lui non vuole si possa educare al rispetto perché lui è ossessionato da quello che gli altri fanno nel loro letto. Poi critica gli altri, infischiandosene della vergogna del suo aver portato sul palco dei suoi comizi che portava un Luca Di Tolve che era stato chiamato a promuovere quelle fantomatiche "terapie riparative" di Nicolosi che hanno spinto alla morte migliaia di adolescenti, allo scopo di raccontare che l'odio contro i gay dovesse essere ritenuto un diritto.

Ed appare accora più patetico che quell'omofobo che si ormai ghettizzato in una pagina in vendere disprezzo a seguaci affamati di odio non provi vergogna nell'asserire:

Quindi, prosegue Adinolfi, "trovo grottesco immaginare un soggetto politico che debba rappresentare un segmento della società che si autoghettizza segnalando la propria attività di carattere sessuale. Una scelta che dimostra - semmai ce ne fosse bisogno - che siamo in una fase di impazzimento della politica, in particolare di quella lobby Lgbt che appare davvero insaziabile, visto che negli ultimi anni ha ottenuto più di altre categorie nel nostro Paese, sia in termini di leggi ad hoc, che di tutele, che di denari indirizzati per l'appunto all'associazionismo Lgbt, di cui goduto in maniera sconsiderata.

Patetico è come il fondamentalista dica che i gay non dovrebbero poter ambire ad avere i suoi stessi diritti, ovviamente parlando di fantomatiche "lobby gay". Ma se davvero esistesse una potentissima "Lobby gay" come lui ama giurare, davvero crete che in Italia non avremmo il matrimonio egualitario e che si dovrebbe perdere tempo in Parlamento ad ascoltare populisti che difendono i crimini d'odio sostenendo si tratterebbe di "libertà di espressione" da garantire a violenti e neofascisti?
E se la politica è impazzita, lo si osserva da un partito che si fonda sull'odio contro qualcuno, non certo se troviamo chi si batte per qualcosa. D'altronde il suo aver fondato in partito razzista non pare un'impresa così epica, visto che è dai tempi di Hitler che l'odio vende bene.
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