Reggio Emilia, parroco omofobo rifiuta alla cresimanda una madrina lesbica


Vi sembra normale che un parroco possa mettersi a sbraitare in faccia ad un bambino che lui prova disgusto verso i suoi punti di riferimento in virtù di come lui esiga che ogni singola vagina sia penetrata da un pene eretto secondo il dogma sessuale imposto dalle lobby che finanziano il senatore leghista Simone Pillon?
Eppure un parroco di Reggio Emilia non ha avuto dubbi sul ritenere che lui avesse il diritto di poter infliggere quella violenza gratuita ad suo cresimando, rigettando la sua iniziale autorizzazione a far ricoprire il ruolo di madrina ad una cara amica di famiglia. Il prelato avrebbe infatti cambiato idea perché una sua parrocchiana (che pare dimostrazione dell'anti-cristianesimo che si vive in quella comunità parrocchiale) sarebbe corsa tutta trafelata a dirgli che la donna era lesbica conviveva con un'altra donna.
A quel punto il parroco si è messo ad urlare alla 13enne che la sua amica non andava bene perché «convive senza essere sposata». Di contro, gli ha detto che gli sarebbe andato bene suo padre divorziato perché comunque amante delle vagine e dunque conforme ai pruriti sessuali di Pillon.

Il fatto è stato denunciato da Arcigay Gioconda, il quale spiega come l'omofobia del parroco abbia calpestato anche quella priorità educativa dei genitori che Gandolfini e Pillon sono soliti sbandierare quando rivendicano il loro presunto "diritto" ad indottrinare all'odio la loro prole. La madre racconta infatti: «Avevamo proposto che a firmare ufficialmente fosse qualcun altro, ma che in chiesa fosse presente questa persona perché mia figlia le vuole molto bene, ma non c’è stato niente da fare. Tra l’altro per una persona omosessuale è impossibile sposarsi in chiesa».
Per Arcigay Gioconda si tratta di un segnale chiaro del prete alla ragazzina: «Se si scoprisse lesbica, non ci sarebbe un posto alla luce del sole per lei, ma solo nell’ombra del rinnegare sé stessa […] Ogni anno ci sono madrine e padrini LGBTI+ che il più delle volte sono costretti a nascondere sé stessi come se ci fosse qualcosa di male non per ciò che fanno, ma per chi sono».

Chissà se quel prete ha mai letto i Vangeli. Perché in Matteo 18, 6, Gesù non sembra molto benevolo verso chi violenta un minore: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare».
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