Salvini insiste: nell'agenda leghista, i cetacei del Mar Nero vengono prima degli italiani gay


Matteo Salvini pare in disco rotto nel suo lamentarsi che si parli dei diritti civili negati ai gay anziché parlare di come lui voglia abbandonare in mare quei migranti di cui parla incessantemente quasi ritenesse che il razzismo sia l'unica fonte di voti del suo partito. E se non sappiamo se il padano parlerà di quanto lui odi i migranti anche mentre si scopa l'ennesima ragazzina con cui ha sostituito le madri dei precedenti figli in none di quella che lui sostiene sia la sua "difesa della famiglia tradizionale" formata da un maschio eterosessuale di pelle bianca e da svariate signorine mollate dopo l'atto sessuale, sappiamo per certo che lui non vuole che un gay italiano possa camminare per strada senza rischiate di essere picchiato a sangue da un qualche suo elettore.
Risultando anche noioso nel suo sbraitare gli slogan che Gandolfini gli ha ordinato di declamare in cambio della sua benedizione all'uso elettorale dei simboli sacri che Salvini agita contro la vita e la dignità dei migranti (si, sempre quelli), l'assenteista padano se n'è uscendo scrivendo: «Domani votano il ddl Zan alla Camera, mentre il mondo parla di altro. Loro continuano a vivere su Marte».
E lui,dopo anni trascorsi a giurare sulla vita dei suoi figli che lui credeva alla Padania perché non si sentiva italiano in virtù di come a l'Italia lo schifasse, non ci spiega di quale "altro" vorrebbe occuparsi. Forse dell'accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero o sull'istituzione della giornata nazionale degli italiani nel mondo. O forse la valorizzazione delle attività del settore florovivaisti o la mozione di Stefania Prestigiacomo concernente iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina... perché questi sono gli unici altri temi in programma alla Camera che lui dice siano urgentissimi e prioritari rispetto ai diritti civili di persone che vengono discriminate quotidianamente nel suo totale disinteresse.
Rivolgendosi all'assenteista leghista, il deputato Zan ha spiegato: «No Matteo Salvini, non stiamo su Marte. Stiamo in Italia dove una legge contro omotransfobia non c’è anche per colpa tua e che orgogliosamente noi stiamo approvando ora con decenni di ritardo, a causa di un benaltrismo che puzza di discriminazione odiosa e insopportabile».
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