Manco il postino sa fare. Salvini scambia una signora per una clochard e le dona un pacco comprato da altri


Assume contorni sempre più squallidi la messinscena natalizia organizzata Salvini, il quale ha chiesto alla sua organizzatrice di feste di procurargli esseri umani da poter usare come oggetti di propaganda attraverso lo sfruttamento della loro povertà. Il tutto al solo scopo vantarsi di come lui se ne freghi dei Dcpm e del contrasto alla pandemia dopo un'estate passata a dire che lui non si metteva la mascherina.
Mentre Salvini distribuiva pacchi acquistati da altri a nome suo e del suo partito, rigorosamente posando davanti ai fotografi che aveva chiamato per tramutare i poveri in una fonte di reddito con cui rimpinguare i suoi conti esteri, è probabilmente violando la proprietà privata che il padano sarebbe entrato nel cortile di un condominio milanese e, vedendo una signora di colore, le ha dato il sacchetto-regalo offerto da altri. Ovviamente si è fatto scattare le solite fotografie autopromozionali da pubblicare sui social.
Ma pare che quella signora, di origine etiope, non sia una clochard ma una semplice inquilina dello stabile. Lo dichiara il figlio Miki, che su Facebook, scrive: "Quel genio del male di Morisi ha fatto una foto del suo capitano con mia madre nel nostro cortile mentre gli donava un regalo offerto da altri. Vi ricordo che mia madre non è una clochard che vive in mezzo alla strada, ma in quanto nera è utile alla loro propaganda buonista".

La Lega nega, dicendo che Salvini non ha sbagliato e che era lì solo a farsi fotografare dato che il lavoro di organizzazione l'avevano fatto altri. Quindi, dato che lui non ha avrebbe un cazzo se non farsi fotografare, dicono non può aver sbagliato dato che per sbagliare bisogna lavorare e persino i giudici hanno riconosciuto che lui non ha mai lavorato un solo giorno della sua vita.
Meno chiaro il loro sostenere che avrebbero verificato tra le carte ricolme di dati sensibili che gli avrebbero fornito quei City Angels che si sono giustificati dicendo di non sapere che Salvini si sarebbe imbucato nella loro attivita di distribuzione. Ed è strano che non sapessero nulla anche a fronte di documentazione protetta dalla legge sulla privacy che sarebbe stata inviata alla sede del Carroccio. La sede leghista assicura infatti che a Salvini sarebbero state consegnare le fotografie del cast del suo spot, ossia dei poveri che avrebbe potuto usare per la sua campagna di auto-promozione.
«Il furgone non è certo mio, io sono contento perché ho aiutato delle persone, poi non entro nel merito delle scelte interne delle associazioni. Io vado dove mi invitano», dice Salvini con i suoi soliti toni strafottenti. Peccato oretta di dire che ad averlo "invitato è stata una signora che lavora per lui e che farsi selfie promozionali non è beneficenza.

Il padano non parfe certo nuovo alla strumentazione della beneficenza, fiero del suo farla solo se ci sono fotografi e se lui ne può trarre profitto. Ad esempio, su vantò del suo aver donato il sangue, pubblicando foto come questa:


Ma se migliaia di italiani donano il sangue nell'anonimato, lui lo ha fatto solo dopo aver fermato l'ospedale e averlo riempito di fotografi che gli permettessero di poter fare soldi con quella pagliacciata:


Ed anche questa volta non ha mai perso di vista quei fotografi che aveva incaricato di fotografarlo per usare i poveri secondo i suoi fini:


Poi, però, dice di schifare il Papa perché lui si traveste da sacerdote quando esce a fare beneficienza di nascosto. Evidentemente gli viene l'orticaria a pensare che si possa fare del bene senza cercare un profitto personale.
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