Provita torna a boicottare il contrasti al sessismo ricorrendo alla solita bufala "gender"


L'organizzazione omotrasfobica Provita Onlus continua ad ostacolare ogni progetto statale miri a contrastare il sessiamo attraverso lo spettro del fantomatico "gender".
In un articolo di Manuela Antonacci, dal titolo "Il gender alle elementari e medie di Firenze", la rappresentante dell'organizzazione forzanovista di Toni Brandi e di Jacopo Coghe se ne esce scrivendo che ci sarebbero «espressioni ambigue che costituiscono il cavallo di Troia per l'instillazione di teorie che già consociamo bene». nella fattispecie, dice:

Ad esempio, per la scuola primaria il progetto prevede di andare a scomodare libri e personaggi delle fiabe per individuare gli stereotipi di genere presenti in essi, stessa cosa anche per i giocattoli. Insomma, una fastidiosa invasione nell'immaginario fantastico dei bambini, in cui si entra a gamba tesa con la pretesa di insegnare un punto di vista che, in nome della tolleranza e della non discriminazione, pretende di imporsi come l'unico possibile. Non lasciando nemmeno che i bambini facciano semplicemente i bambini, non venendo costretti ad occuparsi di questioni da adulti che è bene rimangano tali.

È un po' strano dire che non si debba proporre ai bambini alcuna storia in cui il maschio non sia l'eroe e in cui la fanciulla non sia quella che lo attende in cucina perché lei dice che il contrasto agli stereotipi si tratterebbe di un tema per adulti da affrontare dopo anni di d'indottrinamento sessista. Ed è altre curioso si sostenga che le storie scritte da adulti sarebbero parte dell'immaginario dei bambini in quel costante tentativo di usare i bambini come scudo per le loro pretese.

Si passa così al sostenere ch3e i pregiudizi non debbano essere affrontati prima che siano consolidati, raccontando che sessismo e bullismo servirebbero a formare maschi e femmine sulla base degli stereotipi sessisti promossi dalla loro organizzazione:


Altri punti del progetto sono: "sensibilizzare e favorire un atteggiamento di consumo consapevole e critico dei contenuti dei mass media". E qui sorge la domanda su cosa si intenda per "consumo critico e consapevole" e da quale punto di vista. Ma il cuore di tutto è questo "prevenire ogni manifestazione di bullismo, favorendo un atteggiamento critico verso ogni forma di discriminazione e favorendo un atteggiamento di accoglienza nei confronti delle differenze individuali.
Favorire l'integrazione delle diversità culturali e di genere e promuovere una formazione dell'identità più libera e autentica." Insomma, siamo alle solite, per prevenire le discriminazioni bisogna andare ad abbattere il senso dell'identità stesso e aprirsi alle "differenze", prima ancora che sia formata la PROPRIA identità. Perché questo sembra il vero obiettivo di chi promuove certi corsi sin dalla più tenera età: sradicare all'origine tutto ciò che è stabile nella mente del bambino che potrà anche tradursi in quelli che vengono definiti "stereotipi" ma che forniscono loro delle certezze sull'identità maschile e femminile e sui diversi ruoli ricoperti dai due generi. E la stessa cosa vale per la scuola secondaria di primo grado a cui questi corsi sono anche rivolti, dato che si sta parlando sempre e comunque di personalità in formazione.

Pare folle, ma la signora pare suggerire che lei ritiene che l'identità di una donna spassi dal ripeterle che deve essere sottomessa al maschio come la pretende Adinolfi o che il suo ruolo sia quello si stare in cucina. A suo dire, infatti, bisognerebbe tener nascosto ai bambini che esistano donne realizzate o i gruppi fondamentalisti non otterranno donne sottomesse conformi al loro volere.

A quel punto dice che è inaccettabile che i progressi di un progetto siano monitorati, sostenendo che a loro faccia schifo l'idea che gli i insegnanti possano collaborare tra loro per il bene dei bambini:

Ma la ciliegina sulla torta è, come si legge sulla scheda del progetto, nella parte rivolta ai docenti l' incontro finale con gli psicologi "utile per avere un feedback rispetto agli esiti del progetto e per condividere buone prassi di educazione alle differenze." E anche l'indottrinamento degli insegnanti, è servito!

Insomma, ancora una volta l'organizzazione Provita Onlus pare voler fare disinformazione finalizzata a negare una sana educazione ai nostro giovani.
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