Il partito di Adinolfi: «Niente gay nella campagna vaccinale, fanno pensare all'Aids»


Luigi Mercogliano, dirigente del partito di Mario Adinolfi, dichiara che a lui i gay fanno pensare all'HIV e che lui non è convinto siano «normali» come dicono.
Inveendo istericamente contro la campagna vaccinale che ha incluso anche una coppia gay, è dal suo profilo Facebook che pubblica un violento post intitolato "Che c'azzecca l'omosessualità con la campagna vaccinale?" in cui scrive:

Se l'omosessualità è una cosa normale, una semplice differenza di orientamento sessuale, perché ce la dovete schiaffare sotto al naso pure quando dovete promuovere una campagna vaccinale come se fosse qualcosa da dover accettare a tutti i costi quando già lo è a tutti i livelli e anche oltre?
Tra l'altro, non vi sembra che a volte (ed è questo il caso, a mio avviso) da propaganda pro rischi di trasformarsi in propaganda contro?
E già, contro. Ma stavolta contro l'omosessualità e non in suo favore!
Perché, al di là del fatto che questa scelta di marketing mi fa pensare alla lotta all'Aids e non al vaccino anticovid, ma il primo messaggio che mi è arrivato da questa campagna pro vaccino non è stato "vaccinatevi tutti" ma, al contrario, "se siete gay e avete rapporti sessuali è meglio che vi facciate subito il vaccino".
Ora, se l'intento - anche attraverso la legge Zan - è quello di non discriminare e non essere discriminati, con questa campagna mi sa che stia avvenendo l'esatto contrario. Questa locandina del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e del MADRE è discriminatoria e se la legge Zan fosse già entrata in vigore chiunque, a cominciare dagli omosessuali, potrebbe sentirsi giustamente discriminato e per questo fare ricorso a questa legge.
Fateci capire, allora.
Perché, onestamente, questa ostentazione del politicamente corretto stile "amen, awoman" sta facendo venire alla ribalta tutta la propria idiozia schizofrenica ideologizzata.

Il suo mischiare una legge contro i CRIMINI d'odio al contrasto del sessismo, passando dai suoi squallidi stereotipi mischiati alle sue fantasie sessuali, pare commentarsi da sé. Ed è indicativo anche il suo divertirsi a sfottere i gay e i vaccini tra i commenti:
















Insomma, ecco la gente che viene aizzata all'omofobia dal sedicente "cristiano" che portò Di Tolve sul palco dei suoi comizi alla presenza di minorenni ed ora raccoglie seguaci che vogliono "curare" i gay.
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