La nuova crociata anti-trans dei suprematisti adinolfiniani


Pare che Sara Reho, responsabile giovani del partito omofobo di Mario Adinolfi, si diverta un mondo a parlare al maschile delle donne trans e nel diffamarle con una ferocia contro-natura. Se non ci si può aspettare molto da chi si vanta di aver aderito ad un partito suprematista fondato sull'odio, alcune sue affermazioni parrebbero però rientrare nel reato di diffamazione aggravata finalizzata all'istigazione all'odio.
La dottoressa Levine ha conquistato il ruolo che le è stato conferito grazie all’impegno e alle competenze dimostrate nella gestione della crisi pandemica in Pennsylvania, ma la signorina Reho si inventa che «Biden ha messo il dottor Levine solo per una questione ideologica».
Ovviamente non presenta prove, ma diffama una persone unicamente sulla base del suo odio verso di lei e verso un intero gruppo sociale. E dato che questa gente ha l'inventiva facile, la signora Reho inizia pure a starnazzare istericamente che lei sarebbe "donna" unicamente perché ha una vagina. Tutto lì, il suo urolo sarebbe relegato unicamente dall'avere un organo geniale, per il quale peraltro chiede un affitto allo stato nel caso in cui rinunci a lavorare dopo aver trovato un pene eretto disposto ad ingravidarla (d'altronde si sa che il lavoro e cosa da uomini e che la donna deve stare in cucina!).
Cercando di aizzare le seducenti "donne" adonolfiniane che ambiscono ad una totale sottomissione al maschio, dichiara anche: «Le lobbies LGBT sono contro noi donne e vogliono far di tutto per toglierci ogni traccia di femminilità e ogni diritto. Un uomo con la parrucca non sarà mai una donna, mai».
Certo, ma anche una vagino-munita che scrive certe cose non sarà mai una donna, mai. E per quanto raccolga firme per chiedere di essere mantenuta se mai riuscirà a farsi ingravidare, forse non sarà mai una madre dato che la sua ideologia la porta a pretendere di poter decudere che identità sessuale e di quale orientamento sessuali dovranno avere i suoi figli per non incappare nel suo odio.

Inoltre è da vomito osservare come scriva questi deliri inserendo tutta tronfia gli insulti trasofobici che il suo capo ha diretto contro la dignità e l'esistenza di migliaia di donne:


Evidente è anche la sua violenza nel pretendere che le sue visioni in bianco e nero del mondo possano essere proposte come un dato di fatto, in quel suo battersi perché altre persone non abbiano dignità dall'alto dei suoi privilegi.
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