Mario Adinolfi pubblica il violento filmato dell'uccisione di Ashli Babbit


A quanto pare, Mario Adinolfi non ha avuto problemi etici nel pubblicare il violento video che mostra l'uccisione di Ashli Babbit, una tra le terroriste trumpiane che ha tentato l'assalto al congresso statunitense.
Pare molto opinabile la sua decisione di condividere immagini così violente, nelle quale si vede una donna che muore sputando sangue dalla bocca, a fronte di un racconto che non pare necessitasse di quella violenza gratuita. E la speranza è che non l'abbia fatto con lo scopo di ottenere un qualche click in più o per tantare manipolare l'opinione dei suoi seguaci puntando sul sentimenti di pancia, ma il motivo di pubblicare una simile violenza non pare chiara a fronte del suo lanciarsi in un azzardato paragone tra la terrorista trumpiana e Carlo Giuliani, il manifestante ucciso durante i fatti del G8 di Genova. Se non si capisce cosa centri un fatto di cronaca italiana con quello stato in cui il suo amato Trump distribuiva armi ai cittadini e difendeva le lobby che vendono fucili, pare esserci differenza tra chi entra armato e con la forza in nel palazzo del Parlamento e o chi è stato ucciso durante l'incursione della polizia nella scuola Diaz.
Adinolfi, però, la butta sul sostenere che sarebbe una questione di destra e di sinistra. Lo dice ora, dato che al momento è di destra e non cerca più di proporsi come segretario del Pd o come sostenitore di Matteo Renzi alle primarie:


Tra i commenti, i suoi seguaci paiono deridere le donne vittime di femminicidio nell'usare quel termine per definire una terrorista che assalta il congresso. Evidentemente non sanno che il "femminicidio" non indica una donna uccisa, indica una donna uccisa in quanto donna a causa di quegli stereotipi che spesso vengono promossi proprio dal loro partito. Ed ovviamente dicono anche che bisognerebbe simpatizzare per chi attentava alla democrazia e impugnava armi per impedire la proclamazione del vincitore delle elezioni.

Altri la buttano sul razzismo, sostenendo che i terroristi trumnpiani debbano essere considerati alla stessa stregua di chi ha pacificamente manifestato contro la barbara uccisione di un ragazzo di colore. durante la campagna Black Lives Matter. Ed è così che paiono volersi raccontare la solita storiella su come le persone di colore sarebbero più privilegiate dei suprematisti bianchi o dei gruppi neofascisti che Trump ha sdoganato e aizzato in questi anni.
Sarà, ma se si guarda il modo in cui la polizia ha trattato i manifestanti pacifici del Black Lives Matter e il modo in cui i trumpiani armati hanno potuto agire liberamente all'interno del palazzo del Palamento, la tesi sostenuta dal seguace di Adinolfi non pare reggersi in piedi:



Nel suo messaggio, Adinolfi pare dimenticarsi anche di altri elementi, come l'agente ucciso dai manifestanti:


Interessante è anche quella sua teoria per cui sembrerebbe voler sostenere che ad innescare un clima violento non sarebbe tanto chi assalta il Congresso aizzato da chi ha perso le elezioni, quando chi condanna i terroristi che hanno cercato di assaltare la democrazia.
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