Zambiano difende gli integralisti che importunano le donne


Mentre Provita Onlus giura che Giorgio Celsi sia «aconfessionale» mentre aggredisce le donne davanti agli ospedali brandendo un crocefisso su cui ha incollato feti di plastica, su La Nuova Bussola Quotidiana troviamo un Andrea Zambriano pronto a giurare che quegli insulti fossero una «preghiera per la vita».
Ad accomunare i loro due racconti è solamente il plauso per la violenza di chi si batte contro il diritto di scelta delle donne e il tentativo di ignorare l'aggressione denunciata dal medico che loro sostengono non dovesse poter prendere le difese delle donne davanti alle molestie del loro Giorgio Celsi, infermiere presso l'ospedale di Carate Brianza e leader della setta chiamata Ora et Labora.

Sempre ignorando la prognosi al medico che denuncia di essere stato aggredito da Celsi e di essersi difeso, è tentando di giungere a conclusioni ideologiche a sostegno della violenza integralista che il fondamentalista che chiede di negare i funerali ai gay scrive:

La preghiera per la vita davanti all'ospedale di Monza finisce con un'aggressione a due volontari e un ferito con dieci giorni di prognosi. Contrariamente a quanto scritto da Repubblica, però, a cercare lo scontro è stato un giovane medico che si è scagliato con veemenza contro un 72enne e poi contro il militante pro life Giorgio Celsi - intervenuto per dividere i due - che è rimasto ferito. La vicenda finisce in Procura, con le denunce dei protagonisti e un esposto all'Ordine dei medici da parte dei legali di Iustitia in Veritate, ma è un pessimo segnale sulla libertà di espressione nel Paese: testimoniare la verità sull'uomo, dopo l'ostracismo e gli insulti, può costare caro anche per la propria incolumità fisica.

Tirandoci in ballo per la nostra denuncia della violenza di un Giorgio Celsi che molesta le donne davanti agli ospedali pubblici, Zambriano scrive:

L'episodio però è stato strumentalizzato da Repubblica e dal sito Gayburg, perché nella cronaca dei fatti si è omessa clamorosamente l'origine dell'aggressione e si è fatto passare Celsi come un brutale aggressore del medico. Invece i fatti sono andati diversamente come lo stesso Celsi spiega alla Bussola e come è scritto nero su bianco nella querela che Celsi ha sporto.

Il problema è che i fatti sono descritti in modo molto diverso nella denuncia sporta dal medico contro Celsi, ma evidentemente i fondamentalisti preferiscono ignorare chi contrasta il loro uso propagandistico dei fatti. Ed è grave come la setta di Cascioli schedi il medico e fornisca i suoi dati personali in quella che pare un'intimidazione a chi difenderà le donne dalla loro violenza.

Zimbriano spiega anche che i fondamentalisti potranno contare su un'assistenza legale gratuita davanti ai loro sopprusi:

Ad assistere Celsi e la prima vittima, Virgilio Baroni, che presenterà una denuncia lunedì, è l’associazione Iustitia in veritate, costituitasi durante il lockdown per la difesa dei diritti dei fedeli e che sta iniziando a seguire anche questi casi di soprusi.

Insomma, le lobby integraliste tenteranno di imporre la loro ideologia perseguitando chiunque si opponga si loro soprusi. Ed è rasentando il ridicolo che Zimbriano conclude:

Al di là dei risvolti penali e disciplinari che avrà la vicenda per il medico, l’episodio mostra che la testimonianza per la vita è sempre più a rischio. Si sta passando da un’ostilità fino ad oggi verbale ad aggressioni vere e proprie e quel che stupisce è che nessuno, all’infuori del mondo pro-life, si è precipitato per esprimere solidarietà al militante rimasto ferito. Un disinteresse verso una deriva liberticida che peserà in futuro: esprimere la verità sull'uomo, contro la soppressione di una vita, rischia di essere molto pericoloso. Ma è un piano inclinato che prosegue la sua discesa verso l'abisso da 40 anni ormai e sta iniziando a presentare un conto molto salato in termini anche di incolumità.

Peccato che i sedicenti "pro-life" erano lì ad insultare le donne e a minacciare i loro diritti. E né Provita OnlusLa Nuova Bussola Quotidiana hanno mai difeso le vittime di omofobia che sono stati brutalmente aggrediti e che hanno subito per più di due gocce di sangue su un dito.
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