Già quarant'anni fa la Russia tentò di mettere a frutto la paura per una malattia misteriosa


Se, ovviamente, non esiste alcun parallelismo tra l'Aids e il Covid-19, paiono esserci molti parallelismi nelle modalità in cui la propaganda cerca di mettere a frutto la paura verso ogni nuova malattia.
Era infatti il 1981 quando Centre Disease Control di Atlanta segnalò la comparsa di alcuni "casi" apparentemente anomali e inspiegabili: diversi giovani gay provenienti dai centri urbani situati sulle due coste degli Stati Uniti erano stati colpiti da un particolare tipo di polmonite e/o da un grave tumore in forma aggressiva. Se quelle due due malattie solitamente colpiscono solo persone con una salute già compromessa, l'anomalia consisteva nel fatto che avessero compito persone perfettamente sante. In più, le vittime del misterioso morbo soffrivano di una grave alterazione del sistema immunitario. Fu la comparsa dell'Aids.

La stampa diede ampio risalto al fatto che la malattia sembrava colpire esclusivamente gli omosessuali e molti la definirono come "la peste dei gay". I soliti fondamentalisti si affrettarono a sostenere fosse punizione di Dio contro i gay, esattamente come oggi sostengono alcuni religiosi legati all'estrema destra parlando del Coronavirus.
Poiché nessuno fu in grado di dire con certezza quando e dove fosse apparso il virus, si sparsero alcune leggende urbane. Jacob Segal e Robert Strecker si inventarono che l'HIV fosse preparato in laboratorio, combinando il Visna (un virus tipico delle pecore) con un virus leucemico: l'HTLV-1 secondo Segal, il BVL secondo Strecker. Dicevano che il virus fosse preparato nei laboratori di ricerche sulla guerra biologica dell'esercito USA intorno al 1978 e poi "testato" su prigionieri comuni e su popolazioni africane. Siegel sosteneva si fosse diffuso a causa di un incidente, Strecker asseriva fosse stato iniettato volutamente ai membri della comunità omosessuale americana durante il programma per la vaccinazione contro l'epatite B.
Anche qui paiono sprecarsi i parallelismi con le teorie complottistiche dei neofascisti sui vaccini o sui laboratori cinesi che dicono avrebbero "prodotto" il Covid-19.

Secondo la CIA, una forza determinante nella diffusione di quelle "teorie del complotto" sarebbe stata il famigerato "5° Dipartimento" del KGB, una branca dei Servizi Segreti sovietici specializzata nella costruzione e diffusione di notizie false. Secondo una tattica ben collaudata, il dipartimento si sarebbe ispirato a voci che già circolavano per tentare di arricchirle con una serie di dettagli precisi che le rendessero maggiormente credibili. Praticamente quello che oggi sta facendo la Russia di Putin confezionando fake-news finalizzate a destabilizzare l'Occidente grazie al contribuito dei complottisti.
I Sovietici avrebbero poi interrotto la campagna nel 1988 quando, per rappresaglia, il governo americano aveva rifiutato di cooperare con loro nella lotta contro l'AIDS, che nel frattempo aveva cominciato a diffondersi anche in URSS.
Intanto ci complottisti si inventarono le teorie più disparate. Arrivarono anche a sostenere che un'improbabile e segretissima società (nata nel lontano medioevo tra i cavalieri Teutonici e "gli Ebrei sionisti") avrebbero creato in laboratorio l'Aids con il contributo dei giapponesi per poi farlo iniettare a migliaia di africani grazie alla complicità dell'Organizzazione Mondiale della Sanità durante una falsa campagna di vaccinazioni antivaiolose. Altri si inventarono che l'AIDS non esiste e non sia mai esistito, sostenendo che le organizzazioni sanitarie avrebbero accomunato una serie di decessi che fino ad allora venivano classificati come "morte per causa sconosciuta". Dissero così che l'AIDS sarebbe stato "inventato" per indurre la popolazione a una vita sessuale meno frenetica e per ottenere grossi stanziamenti per la ricerca. Ed anche qui i parallelismi con i complottisti odierni si sprecano...
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