Adinolfi pare surreale: «Avessero fatto quello che dicevo io, migliaia di vite sarebbero state salvate»


Il fondamentalista Mario Adinolfi è il tizio che portò sul palco dei suoi convegni il signor Luca Di Tolve, ossia quel sedicente "ex gay" che promuove le screditate "terapie riparative" di Nicolosi che risultano privata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio.
Ora, facendo finta di non ricordarsi di come l'isteria populista portò all'aggressione di cinesi nati in Italia che non hanno mai visto la Cina neppure in fotografia, negando che l'Italia sia stato il primo Paese a scegliere un lockdown, sostenendo la teoria del cinese-untore di Trump ed evitando di parlare del suo Salvini e della sua meloni che il 2 giugno si cattavano selfie in piazza senza mascherina, dalla sua pagina di propaganda scrive:


Se pare mera superbia il suo sostenere che se si fosse obbedito a chi faceva facile populismo le cose sarebbero andate diversamente, surreale è come il fondamentalista paia non voler perdere una sola occasione di sfruttare i morti per cercare di trarne un profitto personale.
Pare anche difficile capire a cosa sarebbe servito il suo voler recludere gli anziani del nord per 14 giorni se tutti gli altri fossero stati lasciati liberi di spargere l'infezione. Giudicata oggi, la sua proposta risultava infatti piena di buchi e di casi non presi in considerazione:


A proposito, non è stato forse lui a chiedere la sospensione del lockdown perché lui voleva andare a messa a Pasqua e non gli interessava del rischio di contagio?
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