I giornali di Orban all'attacco del portiere che condanna l'omofobia: "Insulta la nostra identità cristiana, non merita la maglia dell’Ungheria"

Non si è fetta attendere la feroce offensiva di Orban contro Péter Gulácsi. Nella fattispecie, il leader ungherese pare non aver gradito il post in cui il portiere della nazionale ungherese aveva preso posizione contro l'omofobia di stato instaurata dal populista.
Il trentenne aveva semplicemente sottolineato che «una famiglia è una famiglia, non dipende dal sesso, dal colore della pelle o dalla religione». Poi, per sottolineare il tema, si era anche disegnato sulla mano il simbolo la comunità LGBT ungherese usa per protestare contro il governo.
Da sempre osannato dalla stampa di regime, nonostante ormai non viva più un Ungheria dal 2007 data la sua esperienza al Liverpool, al Salisburgo e al Lipsia, è stato duramente attaccato dai giornali filogovernativi, i quali se ne sono usciti con titoli come: "Insulta la nostra identità cristiana, non merita la maglia dell’Ungheria".
Insomma, il loro Grande Fratello mostra i concorrenti col piesello al vento o mentre fanno sesso selvaggio ed occasionale con altre concorrenti, ma poi si raccontano che sarebbe nel nome di Gesù che si dovrebbe essere razzisti e omofobi.
Ma forse, è assai più probabile pensare che l'alleato di Salvini e della meloni non tolleri la libertà di opinione, soprattutto da parte di un giocatore della nazionale visto che il populismo ama usare gli sport più popolari per veicolare la propria propaganda e un calciatore ostile al potere dell'élite populista viene visto come un pericolo per il loro potere.


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