Padova, don Bruno Bevilacqua organizza preghiere di riparazione contro Sanremo: «Propaganda di immoralità, satanismo e perversione»


Al posto di pregare per le vittime dei preti pedofili o per i bambini che vengono lasciati morire in mare da chi va nelle piazze a brandire rosati, don Bruno Bevilacqua preferisce pregare contro il Festival di Sanremo e contro chi condanna i discorsi d'odio.
Con parole che fanno sembrare progressista il Medioevo, il parroco di Camposampiero ha annunciato che la sua messa delle 8 si aprirà con una pregherà per chiedere perdono «per ciò che abbiamo sentito e visto». Al Mattino di Padova dichiara:

Non è tollerabile assistere a spettacoli come quello andato in onda al Festival e trasmesso dalla Rai e non possiamo più tacere. Dobbiamo pregare perché queste persone e i responsabili si convertano. Invito le autorità civili e religiose ad intervenire pubblicamente. Disapprovare questo spettacolo è il minimo ma purtroppo la Rai, con i suoi responsabili, non è intervenuta. In questi tempi di sofferenza, invece di canti e messaggi positivi riduciamo Sanremo ad una propaganda di immoralità e satanismo, di perversione, anticristianesimo e antiumanesimo.

In realtà era una condanna dei discorsi d'odio, ma evidentemente il sacerdote non è riuscito a comprendere quel semplice messaggio. Poi, puntando il suo dito accusatorio contro tutti, il sacerdote inizia a dire che anche i Maneskin non gli vanno bene: «Quando nel testo della canzone, tra l’altro vincitrice, c’è la frase “In casa mia non c’è Dio”, io rispondo invece che in casa nostra c’è Dio e auguro una buona conversione e senso di rispetto ed ospitalità a tutti».
Non è chiaro perché sostenga che la libertà di pensiero altrui sia una mancanza di "rispetto" verso chi vuole imporre il suo pensiero, così come forse qualcuno potrebbe anche dubitare che Dio sarà al suo fianco in quelle sua pagliacciate che umiliano la Chiesa.

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