Trieste. Il consigliere Tuiach deride i gay polacchi ed elogia i fascisti che li picchiano e che gli gettano addosso degli estremanti


Il consigliere triestino Fabio Tuiach è tornato ancora una volta a lasciar intendere che -in virtù del suo dirsi fieramente omofobo, fascista, razzista e xenofobo- apprezza chi picchia i gay o gli lancia merda addosso. In passato elogiò anche i terroristi dell'Isis, compiacendosi del loro uccidere i gay lanciandoli dai tetti dei palazzi.
Pronunciando queste inaccettabili parole in qualità di rappresentante delle istituzioni del Comune di Trieste. Tuiach continua a portare avanti quel suo sostenere che lui avrebbe deriso un gay italiano picchiato da omofobi italiani perché razzista e convinto sia colpa di chi non permette l'uccisione dei gay se esista immigrazione. Ed è proseguendo su quella patetica strada che dal suo profilo Vk scrive:


Raccogliendo commenti razzisti. il consigliere assicura i violenti che laddove c'è odio c'è anche razzismo. Ed ovviamente l'immigrato istriano pare ossessionato dal rinfacciarci di aver dato protezione ai suoi avi anziché rispedirli a crepare in Istria, scrivendo che lui odia i neri e ma i fascisti perché razzisti:


Da vomito è l'articolo da lui linkato e pubblicato dal sito integralista sponsorizzato dal leghista Gianfranco Amato. Solidarizzando con gli aggressori, scrivono:

Il quotidiano conservatore polacco Gazeta Polka lo aveva preannunciato: c’è una profonda stanchezza, in Polonia, per l’eccessiva sovraesposizione LGBT.
E mai parole furono così profetiche: il primo Gay Pride del paese è finito malissimo, con colpi di catene, spranghe e altri oggetti contudenti. I manifestanti sono stati caricati e la polizia è intervenuta per sedare le risse.

Se l'odio organizzato dei neofascisti non pare "profetico" ma un semplice criminale organizzato dai fascisti, è elogiando le zone "lgbt free" dei polacchi che il sito afferma:

Diversi politici, come il leader del PiS Jaroslaw Kaczynski hanno affermato che il movimento e la cultura Lgbt sono “una minaccia per la famiglia”. E a ridosso della data del pride, decine di comuni e villaggi si erano dichiarati “zona libera dall’ideologia LGBT”. Persino il quotidiano Gazeta Polska, nel riportare gli umori del paese, ha deciso di diffondere degli adesivi “FREE LGBT ZONE” a tutti coloro che acquistano il giornale.
A chi ha criticato la mossa, l’editore del giornale, Tomasz Sakiewicz, ha risposto che “sbandierare il movimento gay non rende nessuno più tollerante. I polacchi amano la libertà e conoscono la parola tolleranza da secoli. Ecco perché chi vuole allontanarsi dalla propaganda LGBT deve avere il diritto di esprimerlo”. La mancata libertà d’espressione e il mancato rispetto delle idee altrui in favore di un pensiero unico dominante sempre più diffuso può portare a reazioni violente. Condannabili, certo. Ma esasperate.

Insomma, poveri i nazifascisti che si sentono «esasperati» dall'esistenza e dai diritti dei cittadini. Il tutto giurando che il quotidiano avrebbe messo in atto la sua campagna d'odio per «riportare gli umori del paese» in quel loro tentare di convincere gli intolleranti a non sentirsi in colpa per i loro crimini. Ed ovviamente il sito di propaganda omofoba che si dice "cattolico" lascia capier che la loro non è una vera condanna di quelle violenze.
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