E se la Concia fosse peggio di Pillon?


Dice che i gay sarebbero suoi «amici», ma c'è da temere che Paola Concia possa contribuire in modo determinante ad affossare il ddl Zan dopo essersi adoperata per togliere tutele ai figli delle coppie gay. Tanto lei vive in Germani e già gode di tutte quelle protezioni che vengono negate ai cittadini italiani.

Dalle colonne di Avvenire, la signora Concia ha avuto la brillante idea di proporre emendamenti al testo in modo da rispedirlo alla camera, sbraitando che quella norma darebbe troppi diritti a tutti mentre lei vorrebbe escludere dalle tutele la stragrande maggioranza della popolazione. Ed è molto discutibile abbia deciso di adottare i termini coniati dalla propaganda leghista parlando di legge «divisiva»:



Ed è sempre ai vescovi che la signora parla addirittura di una campagna d'odio da parte della comunità LGBT+. Un'espressione che pare prelevata dai raggi dei gruppi neofascisti per zittire le doverose proteste di chi si sente preso in giro dal suo sostenere che azzerare l'iter della norma a 15 mesi dalla fine della legislatura equivalga ad affossarla definitivamente:



Non è chiaro se la signora stia cercando solo visibilità, offrendo i suoi servizi a quel Salvini che Renzi ha cercato di far rientrare al governo con ogni mezzo. Certo è che è difficile ricordare come nel 2016 firmò un articolo apparso su l’Unità in cui appoggiò l'eliminazione della stepchild adoption dalla legge sulle unioni civili, sostenendo fosse un sacrificio necessario:



Curiosa è la sua teoria per cui tutti i diritti andrebbero "mediati" con chi li vuole negare, così ci troviamo una legge sulle unioni civili che è stata svuotata al ribasso, abbiamo leggi che impediscono di ritenere che due gay possano essere ritenuti una famiglia al padi delle molteplici famiglie di Adinolfi, abbiamo un ddl contro l'odio che difende l'odio... Però poi i leghisti non mediano quanto propongono aberranti leggi razziste o cercano fatturato sulla cementificazione delle coste della Sardegna.
E non è che abbiamo dieci vite a nostra disposizione e prossimo permetterci il lusso si attendere che l'opinione pubblica porti Salvini a ritenere più remunerativo il concedere alle famiglie gay una parte decente dei privilegi di cui già oggi gode il suo Pillon. Avere i diritto oggi o tra trent'anni non è la stessa cosa, soprattutto per chi tra trent'anni magari non ci sarà più. E neppure servirà più un ddl Zan nel momento in cui le destre smetteranno di vedere nella legittimizzazione dell'omofobia una fonte di profitto e cercheranno di fomentare odio contro qualcun altro.
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