Il Centro Studi Livatino: «In Italia i cristiani sono più perseguitati dei gay. Vera emergenza è la cristianofobia»


Marco Tosatti giura che i reati di matrice omofoba sarebbero "libertà di pensiero". Eppure è inneggiando a lui che il consigliere dichiaratamente fascista Fabio Tuiach, più volte impegnato ad elogiare i terroristi che uccidono i gay, dichiara di sentirsi istigato alla delinquenza contro i gay nel suo nome:



In quella loro diffamazione del cristianesimo che li vede dipingere Dio come un omofobo che odia i suoi figli, Tosatti scrive:

Carissimi Stilumcuriali, mentre il Paese si dibatte nei problemi che ben sappiamo, c’è chi spinge – le note lobby, e il “soidisant” Partito Democratico a guida estero-diretta di Enrico Letta – per l’approvazione del Disegno di Legge liberticida Zan. Abbiamo posto qualche domanda su questo progetto ad Aldo Vitale, avvocato, visiting professore presso la Facoltà di Bioetica del Pontificio Ateneo regina Apostolorum ed esperto del Centro Studi Livatino. Buona lettura.

Se il Centro Studi Livatino è noto per la sua opposizione ai diritti civili dei gay, Tosatti omette di spiegare che il signor Aldo Vitale è uno dei redattori di quel sito chiamato Unione Cristiani Cattolici Razionali che per anni ha sparso fango contro i gay ed ha persino promosso fantomatiche "cure dell'omosessualità". Ed è a lui che chiede se «esiste un problema di cosiddetta ”omofobia” in un paese, come l’Italia, che il Rapporto Pew considera in realtà uno dei più tolleranti». E pronta arriva la replica:

Sì nella misura in cui esistono tutti gli altri reati; no nella misura in cui non soltanto nel caso dell’omofobia non si supera il numero della soglia minima di altri reati, ma neanche quella sufficiente per poter definire la situazione attuale come emergenziale (parimenti a quella brigatista, mafiosa o terroristica, per intenderci) che addirittura richiede l’approvazione urgente di norme speciali. In questo senso oltre il Rapporto giustamente da Lei menzionato, sia sufficiente compulsare i dati degli ultimi 6-8 anni dei rapporti dell’OSCE sui crimini d’odio da cui risulta non soltanto la bassissima percentuale di crimini d’odio commessi per motivi di discriminazione omofobica o transfobica, ma addirittura che la vera emergenza – se ne esiste una – riguarda semmai i crimi d’odio compiuti per motivazioni religiose, soprattutto ai danni delle comunità cristiane. Il rapporto del 2019, per esempio, rivela che i crimini d’odio per motivi religiosi, in Italia, sono esattamente il doppio di quelli per motivi omo-transfobici, cioè, rispettivamente, 207 e 107; eppure nessuno ha mai dichiarato una emergenza sul tema della sacrofobia in genere e della cristianofobia in particolare.

Peccato che l'Oscad abbaia dichiarato che i reati di matrice omofoba non vengono considerati perché manca una legge. Dunque è un po' imbarazzante che questi signori usino dati falsati per negare una realtà evidente che però non piace chi inneggia a Hitler e a Mussolini come il loro Tuiach.

Iniziano così a raccontare la bufala delle norme che già esisterebbero, anche se un'aggravante può essere prevista solo e unicamente se il reato è già ritenuto tale:

Il diritto penale di uno Stato di diritto si limita a punire i comportamenti, e questo già accade con le norme in vigore; il diritto penale di uno Stato totalitario, invece, (si pensi alla Cina di Mao) mira a correggere il comportamento, il pensiero e la coscienza. Prova ne sia che il DDL Zan intende punire non solo l’istigazione, ma anche la semplice propaganda di idee. Chi stabilisce cosa è o non è propaganda? Chi valuta e con quali criteri se una idea è generatrice di odio o meno?

Peccato che il ddl Zan si limiti ad estendere quanto già previsto da anni per chi delinque sulla base dei motivi religiosi. Alla preesistente condanna della «propaganda di idee fondate sulla superio­rità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi» viene aggiunta la dicitura: «o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento ses­suale, sull’identità di genere o sulla disabi­lità».
Non è stupefacente che non abbiano nulla da ridire sulla condanna dell'incitamento all'odio religioso mentre sbraitano che l'incitamento alla violenza contro i gay debba essere ritenuta "libertà di pensiero"?

E nonostante la legge contro l'omofobia prevede meno tutele di quelle previste dalla Legge Reale-Mancino, Vitale dice pure:

Se si fosse voluto intervenire giuridicamente, con la prudenza e la sapienza necessaria di cui il legislatore italiano si dimostra sempre più sprovvisto, si sarebbe potuto semplicemente modificare l’elenco dei crimini da tale legge contemplati aggiungendo, oltre le presenti discriminazioni razziali o etniche, anche quelle di carattere sessuale, senza la necessità di introdurre una nuova disciplina che confligge con i principi generali dell’ordinamento, con i principi fondamentali della legge penale, con diritti e libertà costituzionalmente garantiti, e con la stessa logica fondativa dello Stato di diritto.

Negando come alcuni gruppi siano più vessati di altri e negando che le tutele contro il razzismo possano servire a sostener che i neri siano inferiori come dicono gli amichetti del loro Tuiach, dichiara:

Delle due l’una: o le persone di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere (per utilizzare le stesse formule sancite dall’articolo 1 del disegno di legge in questione) sono uguali a tutte le altre, e quindi sono già tutelate come tutte le altre persone dalle norme in vigore non necessitando di tutele specifiche, oppure non sono uguali (e non si comprende perché però) meritando allora una normazione ad hoc, un po’ come si fa con le specie protette, o con gli immobili di valore storico-artistico, o con tutto ciò che per un motivo o per un altro non può ricadere all’interno del cosiddetto “cono di normalità”. E’ paradossale, tuttavia, che proprio coloro che rivendicano la propria normalità pretendano un trattamento giuridico specifico e rafforzato che nella sua forma e nella sua sostanza nega proprio quella normalità a cui ci si appella. Non occorre essere giuristi per comprendere un tale cortocircuito mentale. Ad ogni modo, se si volesse davvero evitare ogni discriminazione, si sarebbe dovuta contemplare anche l’eterofobia, probabilmente statisticamente minoritaria, ma in linea di principio non escludibile apriori proprio in virtù dei caratteri di astrattezza e generalità che dovrebbero contraddistinguere ogni legge dello Stato.

Se fa ridere il suo parlare di "eterofobia", l'asserzione parrebbe non veritiera. Il ddl Zan parla infatti di discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e dunque, ammesso esista un eterosessuale discriminato in quanto eterosessuale, verrebbe tutelato.


A quel punto Tosatti inizia a parlare di un «tentativo di modificare la percezione, cioè la legittimazione di comportamenti che soggettivamente si possono approvare o condannare». E Vitale incalza:

Quale sia il vero scopo di una normativa pensata male e scritta anche peggio, nessuno può realmente saperlo. Ci sono però vari indizi che lasciano dedurre quali siano le reali intenzioni di chi la suddetta normativa ha pensato, cioè sanzionare il pensiero diverso che non intende allinearsi con l’ideologia genderista attualmente sempre più aggressivamente diffusa, specialmente con i mezzi di comunicazione di massa. Così si spiega perché il DDL Zan intenda punire chi propaganda idee (art. 2); così si spiega perché il DDL Zan punisca non soltanto i comportamenti individuali, ma anche le associazioni (art. 3); così si spiega perché il DDL Zan dispone la sospensione condizionale della pena per l’eventuale reo che acconsentisse di svolgere attività retribuita presso le associazioni delle vittime del reato per cui è stato condannato (art. 5); così si spiega perché il DDL Zan intenda obbligare le scuole a svolgere programmi contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia all’interno delle loro offerte formative (art. 7). Che si vada già prima della sua approvazione verso un pensiero unico lo dimostra la mobilitazione generale del mondo dello spettacolo, peraltro fisiologicamente sprovvisto delle cognizioni giuridiche minime per poter cogliere i numerosissimi profili problematici di un simile disegno di legge, attivatosi in massa (e sorprendentemente senza nessuno spirito critico contrario) per sostenere il DDL Zan.

Tosatti dice che la condanna dell'odio potrebbe avere «ricadute sulla libertà di pensiero, opinione ed espressione» o suilla «libertà religiosa«» ppoercyhé lui si domanda « Sarà ancora possibile leggere in Chiesa pubblicamente San Paolo?».
Il riferimento è a quel tale che invitava a picchiare le donne e che piace tanto a Tosatti perché diceva che i maschi effeminati (come Pillon?) non erediteranno il regno di Dio. E Vitale riparte:

Delle due l’una: o il DDL Zan non costituisce una minaccia per libertà costituzionali fondamentali come quella di pensiero, di coscienza, di parola, di insegnamento, di professione del proprio credo religioso o filosofico, e quindi l’articolo 4 è inutile, oppure l’articolo 4 è necessario proprio perché il DDL Zan mette a rischio le suddette libertà costituzionali e dunque non potrebbe e dovrebbe essere approvato dal Parlamento. Il problema si pone non soltanto per San Paolo, ma per tutto un universo di teologia, filosofia, letteratura che rischia di essere censurato se considerato come propaganda di idee di odio omofobiche o transfobiche.

Quinde, delle due l'una: o Vitale dice che lui crede che Gesù fosse un deficente a predicare l'amore, o Vitale ritiene che la religione debba essere messa a frutto per giustificare l'odio. La sua tesi è che gli omofobi del passato vadano messi a frutti senza contestualizzazioni culturali o temporali per garantire che Tuiach posa andare in giro a dire che lui vuole che i gay siano bruciati per strada.
E non va meglio sulla concezione di Dio proposta da Tosatti e da vitale, dato che loro parrebbero ritenerlo un idiota che ha creato una natura che a loro non sta bene perché non incentrata sull'esaltazione dei loro pruriti sessuali.

Arriva così il solito passaggio in i fondamentalisti si auto-proclamano maggioranza e dicono che i diritti altrui devono essere sacrificati sull'altare di chi vuole ostentare il suo odio e vuole andare in giro a insultare gli altri:

Il DDL Zan, in questo senso, è decisamente liberticida e contrario alla Costituzione, per questo invece di essere sponsorizzato dai personaggi dello spettacolo, dovrebbe essere problematizzato e ritirato, o quanto meno ripensato, perché i diritti ideologici dei pochi non si possono tutelare a discapito dei diritti costituzionali dei molti.


L'ultimo paragravo è dedicato al elogiare Arcilebica per il loro contributo all'omofobia e al raccontare le solite balle contro la GpA (anche se non menzionata nel ddl Zan).
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