La Cei vuole dialogare su quanto debba essere ritenuto giusto picchiare una persona perché omosessuale?


Forse tra non molto chiederanno a Pillon di di portare in Senato i motivi per cui i preti pediofili ritengono sia giusto stuprare ragazzine nel confessionale, dato che se picchiare un gay è ritenuto "libertà di espressione", allora perché mai non dovrebbero esserlo la pedofilia, il razzismo, lo stupro o il femminicidio? Perché un omofobo può chiedere di essere dispensato dalle aggravati e un povero stupratore deve rischiare il carcere senza che ci sia un Pillon a difenderlo?

Attraverso quelle loro solite ingerenze che rendono i vescovi il partito che governa l'Italia sena passare dalle elezioni, la presidenza della Cei ha diramato un comunicato stampa volto a tentare di affossare il ddl Zan. Scrivono:

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi lunedì 26 aprile, coerentemente a quanto già espresso nel comunicato del 10 giugno 2020, nel quadro della visione cristiana della persona umana, ribadisce il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna.
In questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative.
L’atteggiamento che è stato di Gesù Buon Pastore ci impegna a raggiungere ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’emarginazione culturale e sociale.
Il pensiero va in particolare ai nostri fratelli e sorelle, alle nostre figlie e ai nostri figli, che sappiamo esposti anche in questo tempo a discriminazioni e violenze.
Con Papa Francesco desideriamo ribadire che «ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza» (Amoris Laetitia, 250).
Alla luce di tutto questo sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio.
Auspichiamo quindi che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale.

Insomma, dicono che l'odio non è bello ma però sarebbe giusto odiare chi non si porta a letto le loro parroicchiane, possibilmente chiedendone la piena sottomissione come ama fare Adinolfi.
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