Malan dice che con il ddl zan finirà in carcere «chi non assume un babysitter perché è una drag queen»


Pare che il senatore Lucio Malan non abbia gradito l'intervento di Simone Alliva a Propaganda Live, dove il giornalista ha spiegato tutte le bufale che la propaganda di estrema destra ha creato attorno al ddl Zan. Ed è anche dal suo profilo twitter che ha spiegato:

La legge Mancino prevede il reato di propaganda. Cioè punisce chi diffonde idee fondate su odio razziale o etnico. La #LeggeZan esclude da questa tutela la comunità #Lgbt che viene difesa solo in caso di "istigazione a commettere" o in "commissione di atti di discriminazione"

A quel messaggio ha risposto il senatore Malan, affermando:

Ma il #DdlZan prevede fino a 4 anni di carcere per chi anche solo fa parte di una organizzazione (ad esempio una chiesa) che incita alla discriminazione, ad esempio esortando ad opporsi alle “lezioni LGBT” nella scuola dei propri figli. [...] I reati d’opinione non mi fanno impazzire ma di certo sono contrario ad equiparare chi si oppone a matrimoni e adozioni per coppie omo o alle lezioni LGBT a scuola al nazista che vuole vietare matrimoni tra “ariani” ed ebrei.

Tirati in ballo i nazisti, il senatore tenta di spiegare cosa sarebbero quelle fantomatiche “lezioni lgbt” che lui teme:



Sembrerebbe dunque stia parlando di contrasto al bullismo omotransfobico, ossia progetti che esistono.dal 2011 e per cui Alliva fa notare che «il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferì ad Arcigay Trieste una medaglia per questi progetti».
La situazione diventa poi surreale con Malan che si lancia nel sostenere che rischierebbe il carcere anche «chi non assume un babysitter perché è una drag queen». Chissà se il senatore pensa che la drag queen sia un orientamento sessuale o un’identità di genere, ma questo è il livello di dialettica di certi senatori.
Commenti