Adinolfi attacca la liberta di parola di Fedez: «Ha detto cose che io contesto e senza contraddittorio»


Il fondamentalista Mario Adinolfi è andato su Canale 5 a sbraitare in romanesco che Fedez non può criticare un leghista che vuole bruciare il figlio gay nel forno senza un suo «contraddittorio». E non è chiaro che contraddittorio voglia alla semplice citazione di dichiarazioni pubbliche rilasciate da politici leghisti, dato che quelli sono fatti e non opinioni.
Evidentemente vuole proporsi come l'omofbo che si offre come difensore d'ufficio chiunque promuova odio e discriminazione, ma caso vuole non chieda alcun contraddittorio ai bulli che picchiano i compagni di classe perché gay. Anzi, a loro dice che Pio e Amedeo sarebbero eroi perché gli dicono possa chiamarlo «froc*o» prima di picchiarlo:



Quasi non fosse capace di provare vergogna, Adinolfi paragona Fedez a quel suo Povia che vuole "curare" i gay e si fa promotore del razzismo. Eppure non ci pare che Adinolfi ha avuto qualcosa da ridire quando Povia fu invitato a tutte le sagre leghiste a cantare canzoncine razziste che irridevano le vittime del Mediterraneo senza alcun contraddittorio. E neppure disse nulla quando quelle canzoncine venivano cantate ai comizi anti-gay del co-fondatore del suo partitino omofobo.


La situazione non migliora quando il fondamentalista Adinolfisfrutta la sua visibilità per dire che un rapper non deve poter dare voce a chi non ha voce, lamentando che magari poi nessuno crederà più alle sue bufale contro il ddl Zan e contro i diritti e la dignità di quelle famiglie gay che lui si diverte a molestare.

Adinolfi precisa poi che a lui piace molto il populismo di Povia e racconta che lui ha letto nella palla di cristallo che l'avrebbero preso a sassate (eterofobiaaah!) se si fosse espresso con gli stessi toni di Fedez. Ma non paiono certo gli stessi toni il presentarsi dai Salesiani dicendo che i gay vanno "curati" con farmaci o il citare dichiarazioni pubbliche rilasciate dagli esponenti politici che vogliono impedire la democratica discussione di una legge sgradita ai russi:



Ovviamente da Povia non c'era alcun contraddittorio, ma Adinolfi dice non sia un problema se si convincono die genitori a torturare i figli con quelle fantomatiche "terapie riparative" che hanno spinto al suicidio innumerevoli adolescenti.
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