La Lega attacca la Giornata internazionale contro l'omofobia: «È propaganda gender»


È dal 2004 che si celebra la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Lo scopo è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell'omofobia, della bifobia e della transfobia.
Ma il leghista Giancarlo Cerrelli dice che non è vero e che lui conoscerebbe «vero fine di tale giornata». Ricorrendo ai termini coniati dalla propaganda di Putin, dichiara:

Il vero fine di tale giornata è quello di propiziare una sempre più pervasiva propaganda gender nella nostra società.
Tale propaganda serve ad attuare un trasbordo ideologico inavvertito del popolo italiano, cioè far cambiare il nostro modo di pensare, facendoci assimilare a piccoli passi – grazie soprattutto alla risonanza che ne danno gli strumenti di comunicazione – un’antropologia che non ha più alla base la legge scritta nel cuore e resa visibile dal corpo, ma un’antropologia basata sul mero desiderio e sull’assoluta autodeterminazione.
La Giornata contro l’omofobia, che, quest’anno, molte amministrazioni pubbliche ed enti stanno organizzando, rigorosamente senza contraddittorio, ha lo scopo di fare pressing per una celere approvazione del ddl Zan. Tuttavia, il fine della legge – come ho più volte sostenuto – non è tanto la tutela degli omosessuali, ma quello di inserire nel nostro ordinamento giuridico un ulteriore e decisivo tassello per procedere più speditamente alla decostruzione sociale, culturale e antropologica del nostro popolo.

Insomma, il mondo avrebbe tramato per 17 anni alle spalle di Salvini per proporre una legge che lui dice ucciderà la "cultura"omofoba di un Paese in cui i gay venivano uccisi o mandati al confino.

Sempre ripetendo la propaganda dell'organizzazione forzanovista Provita Olus, si gioca la carta della paura dicendo ai genitori omofoni che loro figlio verrà plagiato se si dirà che essere gay non è sbagliato:

Se oggi per l’ingresso del gender nelle scuole, ossia per legittimare gli “insegnamenti” sull’identità di genere, è richiesto l’indispensabile consenso informato dei genitori, con l’entrata in vigore della legge Zan tali insegnamenti finirebbero per non avere più ostacoli, potendo essere impartiti anche contro la volontà dei genitori. Questi insegnamenti saranno impartiti da associazioni LGBTIQ, cioè da quelle associazioni che fanno parte di quella galassia che considera l’identità sessuale come fluida.
In tali corsi sarà insegnato a studenti minorenni e dunque ancora vulnerabili sul piano emotivo e psicologico, che non è importante e determinante il sesso biologico, cioè la propria realtà biologica, ma è più importante come ci si percepisce e che, dunque, si può scegliere il proprio orientamento sessuale nel catalogo che prevede oltre 58 orientamenti sessuali.

Inizia così a dire che il contrasto all'odio sarebbe un business, anche se a noi risulta che siano proprio le organizzazioni integraliste a ricevere milioni di rubli dai patriarchi russi per attentare alla vita e alla dignità dei barbini:

Tale indottrinamento gender ha consentito – nel Regno Unito, in Canada e in altre nazioni ove una legge anti omofobia, come quella Zan è in vigore da anni – agli uomini di entrare nei rifugi per la violenza domestica, nelle carceri femminili, negli spogliatoi delle donne e così via, e così compiere violenze sessuali e stupri. [...] I genitori, o i docenti, d’altra parte, se volessero opporsi a tali insegnamenti incorrerebbero, ai sensi del ddl Zan, in una denuncia per omofobia, così da dover subire un processo che sarebbe la loro vera condanna morale, a prescindere dall’esito del processo. Dietro a tutto ciò, tuttavia, è pronto un grande business.
Alle associazioni LGBTIQA per ripagarle del loro ruolo, che un tempo era del proletariato, sarà concesso di poter lucrare sui corsi che saranno realizzati da loro nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche.
Il ddl Zan, come anche le leggi contro la violenza sulle donne, o quelle sull’integrazione dei migranti consentono, infatti, a una certa galassia di associazioni, o cooperative, prevalentemente vicine alla sinistra, di guadagnare con i corsi di formazione nelle scuole o nelle amministrazioni pubbliche, ottenendo, tra l’altro, sovvenzioni o finanziamenti da Enti pubblici.


Inizia così a dire che «la legge anti-omofobia è pericolosa e inutile» perché «non servono nuove categorie di reati, le disposizioni di legge attuali sono sufficienti». Peccato che il ddl Za introduce aggravanti e non «nuovi reati». Ed è comico che dica anche:

Per giunta, la proposta di legge in esame configurerebbe una tutela rafforzata per le persone LGBT, dando in tal modo luogo a una discriminazione a danno di soggetti che sono socialmente vulnerabili (gli anziani, gli obesi, i disoccupati, ecc.).

Voi conoscente molti anziani che vengono aggrediti per strada perché anziani? O forse riconoscete in quella parole una ripetizione della propaganda di Gandolfini e Adinolfi? Ed infatti incalza:

Il disegno di legge all’esame del Senato, tra l’altro, mina la nostra libertà di espressione e può arrivare, una volta diventato legge, a comminare pene severissime, financo la reclusione fino a 6 anni (cfr. art. 2 del d.d.l. Zan che modifica l’art. 604 bis 2 c., c.p.), per chi ad esempio non si riconosca nel modello culturale politicamente corretto sui temi del matrimonio gay, dell’utero in affitto, dell’indottrinamento gender nelle scuole, delle adozioni gay (art. 2 d.d.l Zan).
Ma non è tutto; dall’eventuale approvazione del testo di legge in parola, con la sentenza di condanna il giudice può disporre ai sensi dell’art. 5 del Ddl, facendo riferimento alla legge Mancino (art. 1 bis L. 26 aprile 1993 n. 122):
l’obbligo di rientrare nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora entro un’ora determinata e di non uscirne prima di un’altra ora prefissata, per un periodo non superiore a un anno;
la sospensione della patente di guida, del passaporto e dei documenti di identificazione validi per l’espatrio per un periodo non superiore a un anno;
il divieto di detenzione di armi proprie di ogni genere;
il divieto di partecipare in qualsiasi forma ad attività di propaganda elettorale per le elezioni politiche o ammnistrative successive alla condanna, e comunque per un periodo non inferiore a tre anni, nonché, se il condannato non si oppone, la pena accessoria dell’obbligo di prestare un’attività non retribuita in favore della collettività per finalità sociali o di pubblica utilità (servizi sociali presso comunità Lgbt).
La legge anti-omofobia apre la strada a un indottrinamento gender degli studenti
Appare, inoltre, preoccupante, l’art. 8 del disegno di legge anti-omofobia che affida all’ufficio competente la elaborazione “con cadenza triennale” di “una strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere”;
– che, dunque, alla stregua di detta norma, la anzidetta strategia dovrà recare “la definizione degli obiettivi e l’individuazione di misure relative all’educazione e all’istruzione…”
– che appare, pertanto, palese in detta previsione il rischio di un indottrinamento ideologico pro “gender” dei bambini e dei giovani, fasce particolarmente vulnerabili della società, con palese e grave violazione del diritto – dovere dei genitori di educare i propri figli, costituzionalmente tutelato (art. 30), quindi in spregio della libertà di educazione.

Insomma, a sua detta se un genitore vuole indottrinare i figli all'odio, deve poterlo fare. E magari poi chiederà che a scuola si vieti di dire che i neri non sono inferiori ai bianchi come sostengono alcuni leghisti o, magari, che un genitore perdofilo non debba avere scocciature se molesta la figli dato che i figli sarebbero una proprietà di cui disporre anche contro il loro interesse.
Ed ovviamente ci spiega che lui vuole che un cristiani che fosse perseguitato perché cristiano debba avere protezioni che vanno negate ad un gay perseguitato perché gay, lamentando che chi delinquerà contro i più deboli avrà le stesse pene previste per chi delinque per motivi religiosi o etnici.

Il leghista tira poi in ballo il suo Salvini e il contributo leghista all'odio:

Significativa, tuttavia, è stata, il 2 dicembre 2020, l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Crotone della mozione contro il ddl Zan, presentata dalla consigliera Marisa Luana Cavallo, Capogruppo della Lega Salvini di Crotone, che è stato uno dei casi più recenti con una rilevanza pubblica contro l’approvazione della legge anti-omofobia.
Per i motivi su esposti , riteniamo che l’approvazione della legge Zan, che vuole imporre a tutti noi – con la minaccia del carcere – una rieducazione gender, sia pericolosa per la libertà del popolo italiano, ma soprattutto è pericolosa per nostri giovani, che subiranno un indottrinamento al quale non potranno opporsi.

Peccato che non discriminare e non aggredire qualcuno non sia indottrinamento, si chiama civiltà. sarà che i leghisti sono quelli che si vestono da unni e acclamano Salvini sulla base della quantità di carne animale che riesce ad ingurgitare alle sagre padane, ma già dante ricordava che "fatti non foste a viver come bruti".
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