Noemi chiede l'approvazione del ddl Zan: «Non ci sono vite di serie B, tutti hanno diritto di stare in serie A»


Noemi è tornata a chiedere l'approvazione del ddl Zan nel corso di un'intervista rilasciata a La Repubblica. La cantante ha dichiarato:

Il mio è un impegno che parte da lontano, per arrivare a più persone possibile. Mi sembra importante discuterne, perché questo argomento non passi sotto silenzio. Si punta a difendere delle minoranze equiparando anche l’omotransfobia alle violenze che si realizzano contro la persona. E non è soltanto questo, si parla anche di violenza contro le donne, contro i portatori di handicap. Vedo questa legge come un modo in più per difendere le persone e darci la possibilità di diffondere l’educazione nella società nei confronti delle minoranze. Mi viene in mente quanto fatto con l’introduzione del reato di stalking: fino a 5 anni fa non c’era nel codice penale, oggi molte donne hanno trovato un importante strumento di difesa. La legge Zan mette un accento sui pericoli della violenza verbale e fisica ed educa contro l’istigazione in un mondo molto violento, a cominciare dai social. Non so fare previsioni su come potrà andare ma auspico che si arrivi ad un accordo perché è importante a livello sociale sulla vita degli italiani. Penso che sia un buon inizio, le divisioni sono naturali intorno a un tema caldo in cui si confrontano e si scontrano realtà diverse. Al di là delle minoranze e maggioranze è bene che si dia ascolto e attenzione a una realtà in cui tante persone subiscono violenza ogni giorno. Una legge che possa educare a considerarci tutti uguali, perché non ci sono vite di serie B, ci sono tutte vite che hanno diritto di stare in serie A.

Noemi ha voluto difendere anche l'istituzione della giornata contro l'omotransfobia nelle scuole, ossia quel processo di educazione al rispetto che fa infuriare Adinolfi e Pillon:

Mi dispiace che siamo costretti a istituire una Giornata perché vuol dire che c’è un problema, ma se nelle scuole arrivasse un momento di riflessione in cui si dà anche ai bambini e ai ragazzi uno sguardo su realtà diverse mandando il messaggio che nessuno fa del male a nessono solo per il fatto di essere come si è, non capisco quali possano essere le controindicazioni. I bambini sono così naturali, non avvertono le differenze che qualcuno vorrebbe suggerire loro, capiscono al volo e meglio degli adulti, perché non hanno preconcetti. Sarebbe bello fargli capire che siamo tutti sotto lo stesso cielo. Forse educheremmo degli adulti migliori di noi. Poi, certo, tocca agli educatori l’ultima parola sul’età giusta. Io sono solo una cantante.
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