Pillon e Ostellari convocano persino i mormoni e la comunità islamica a parlare contro il ddl Zan


C'è mancato poco che il senatore leghista Simone Pillon non convocasse i miliziani dell'Isis per farsi raccontare in che modo uccidessero i gay lanciandoli dai palazzi. Tra le 170 audizioni che lui e il leghista Ostellari hanno convocato per tenere ferma la Commissione Giustizia per i prossimi quattro mesi e mezzo, troviamo praticamente solo persone che parrebbero siano state selezionate sulla base del loro integralismo e della loro ostentata omofobia.
Forza Italia chiede si dia parola alle comunità islamiche, i mormoni, la comunità ebraica e i valdesi. La Lega preferisce le organizzazioni forzanovista, vari personaggi che dicono di essere "cattolici" e persino Platinette in quanto gay che si fa pagare per essere deriso. Pretendono poi che a parlare siano anche il governatore della Calabria, Nino Spirlì, e monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei.
Direttamente dagli studi di Nicola Porro avviverà anche Stefano Zecchi. Ed ovviamente chiederanno anche Francesco Borgonovo di parlare a nome del giornaletto di Belpietro.
Nell'elenco non mancano Massimo Gandolfini del Family day, Marina Terragni, padre Simeone della sacra arcidiocesi ortodossa italiana, il sociologo Luca Ricolfi, Jacopo Coghe, Tony Brandi di Provita Onlus e Maria Rachele Ruiu (sempre di Provita e di altre organizzazioni di estrema destra). Chira Atzori parlerà a nome della sua esperienza nella promozione di fantomatiche "cure" dell'omosessualità. Ci sarà quell'Ora et Labora che stampa giornali che definiscono i gay come "depravati", la presidentessa della nuova Arcilesbica radicale, l'ex direttore del settimanale ciellino Tempi, il co-fondatore dei Giuristi per la vita, Rodolfo De Mattei di Famiglia Domani (e teorico di un fantomatico «piano di omosessualizzazione della nostra società»), i soliti esponenti di Scienze & Vita , alcuni esponenti di Articolo 26 (l'associazione nata per opposti alle unioni civili), Alberto Zelger e svariati preti. Insomma, una presa in giro.

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