Tuiach inneggia all'Isis citando il blog della Terragni


Marina Terragni piace anche al consigliere triestino e dichiaratamente fascista Fabio Tuiach, il quale dice si sentirsi così eccitato dai suoi post contro le donne trans da voler inneggiare all'Isis e ai loro stermini:



Da settimane il blog della Terragni pare impegnato a incitare odio contro le donne trans, riscontrando un costante plauso da parte di CasaPound, di Pillon e di Adinolfi. Quindi forse non stupisce sia divenuto un punto di riferimento per fascisti e nostalgici del duce.

Nella fattispecie, l'articolo citato da tuiach gioca su un titolo volutamente offensivo e molto decontestualizzato. L'attacco è al concetto stesso di identità di genere, con un riferimento alle peggiori teorie del populismo di estrema. Peccato ci voglia un gran coraggio a titolare così un articolo che parla di donne transgender che assumono terapie ormonali da decenni. Infatti leggiamo:

Kelly Blackwell desidera fuggire dalla sua vita di donna transgender in una prigione maschile della California, dove lotta ogni giorno per evitare di essere vista in mutandine e reggiseno. Kelly ha raccontato che una volta è stata ammonita dopo aver reagito quando un detenuto nella sua cella le ha chiesto del sesso orale.
Dopo più di trent’anni, di cui venti di terapia ormonale, la sua occasione è arrivata lo scorso autunno, quando la nuova legislazione ha dato ai detenuti transgender, intersessuali e non binari il diritto, indipendentemente dall’anatomia, di scegliere se essere alloggiati in un carcere maschile o femminile.

E per opporre una lamentela, si appellano a quello che avrebbero detto alcune detenute sulla base del loro opinabile pregiudizio:

Alcune prigioniere sono preoccupate del fatto che i detenuti facciano false dichiarazioni sulla loro identità di genere per essere trasferiti nelle prigioni femminili, e dicono che il personale ha detto loro che tutto questo ha rallentato il processo.

Eppure pare che sappiano bene che quell'eventualità è poco credibile, dato che alla fine ammettono:

Secondo la politica carceraria, le persone transgender e intersessuali – quest’ultimo è un termine usato per descrivere le condizioni di una persona nata con un’anatomia riproduttiva o sessuale che non sembra adattarsi alle tipiche definizioni di “femmina” o “maschio” – sono collocate, per quanto possibile, in prigioni specifiche per garantire che possano ricevere determinati trattamenti medici e psicologici. Con la nuova legge, a tutti i detenuti saranno chiesti al momento dell’ammissione l’identità di genere, i pronomi, se preferiscano il femminile o il maschile, e se vogliono essere alloggiati in un istituto che si allinea con la loro identità di genere.
I detenuti possono richiedere trasferimenti al loro consulente correzionale, e questi vengono poi considerati da un comitato che include il direttore, la custodia, il personale medico e di salute mentale, e un manager di conformità PREA. Il personale esamina la fedina penale del detenuto, i suoi bisogni di salute, il livello di custodia, la sentenza e i problemi di sicurezza.

Quindi dov'è il problema se una donna trans non verrà messa a disposizione di carcerati che possano fare la fila nel tentativo di stuprarla? Ma forse il senso di quell'articolo ce lo spiega Tuiach, mostrando come titoli poco rispettosi possano portare certi personaggi ad inneggiare al terrorismo e ai genocidi.
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