La Cirinnà chiede l'intervento di Di Maio contro la legge anti-gay di Orban. Elio Vito chiede a Meloni e Salvini se stanno con l’Europa o con l'Ungheria


Mentre Pillon e Adinolfi starnazzano che le leggi antigay-gay di Orban rappresentano il loro sogno più proibito, il mondo civile è rimasto scioccato all'idea che una simile affronto alla dignità umana potesse accadere all'interno di un Paese dell'Unione Europea.
Anche a destra c'è chi si dice disgustato, come Elio Vito di Forza Italia. Ed è lui a spiegare che Salvini e Meloni dovrebbero chiarire agli elettori se davvero è verso quella porcheria che vorrebbero trascinare l'Italia:

Ripeto la domanda, la destra italiana, di Berlusconi, Salvini, Meloni, con chi sta? Con l’Europa o con l’Ungheria? Ed è una domanda che va rivolta non solo ai leader del centrodestra, che devono sciogliere ogni ambiguità, ma anche allo stesso governo Draghi, che non può più esimersi dall’assumere una posizione coerente con la sua postura europea anche su questi temi.

Sul fronte delle sinistri, invece, è la senatrice Monica Cirinnà ad aver depositato una interrogazione al Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e al Sottosegretario agli Affari europei sottoscritta da 18 colleghe e colleghi in cui si chiede una presa di posizione contro l'Ungheria. Spiegano infatti come quella schifezza ricalchi la legge "in vigore dal 2013 in alcune regioni russe" con l'obiettivo di ghettizzare i gay incoraggiando il bullismo contro i minorenni.
La Cirinnà ha spiegato come «tutto questo è assolutamente contrario ai principi di libertà, eguaglianza e pluralismo che ispirano il processo di integrazione europea: il Parlamento europeo lo ha riconosciuto approvando, l’11 marzo scorso, una risoluzione che dichiara l’UE zona di libertà per le persone LGBT+. Ecco perché chiedo e chiediamo al Ministro Di Maio e al sottosegretario Amendola di manifestare la massima preoccupazione del nostro Paese e adottare ogni possibile iniziativa di contrasto di simili derive antidemocratiche e oscurantiste, sia nelle relazioni bilaterali con l’Ungheria, sia in seno all’UE».

Intanto Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, si è detta preoccupata per la legge ungherese e ha precisato che «stiamo valutando se vìoli la legislazione UE. Credo in un’Europa che abbracci la diversità, non che la nasconda ai nostri figli. Nessuno dovrebbe essere discriminato sulla base dell’orientamento sessuale».
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