I seguaci di Pillon si divertono a paragonare i gay alle bestie sulla pagina del senatore omofobo


Anche oggi, come ogni giorno, il senatore Simone Pillon ha preferito parlare di cazzi piuttosto che lavorare. Atteggiandosi come un bulletto che propone semplificazioni imbarazzanti finalizzate all'istigazione all'odio, si è messo a sghignazzare come un bambinetto di cinque anni perché una maglietta prevede due taglie e non una diversa taglia per ogni genere. E lui ne approfitta per parlare di peni e vagine, in una ossessione al limite del patologico.
Se provare a capire che sesso e genere non sono sinonimi deve rappresentare una sfida impossibile per un leghista, è rasentando la noia che il leghista scrive:



Ben più interessante è l'odio che il senatore cerca di ottenere, con i suoi seguaci che si divertono a partecipare a quel bullismo di gruppo come se fossero camerati a cui mancano i tempi in cui il Duce organizzava aggressioni squadriste. E fa riflettere anche osservare come questa gente non solo non abbia capito quale sia la differenza tra orientamento sessuale o identità di genere, ma paia divertirsi un mondo nel scimmiottare i nazisti nel paragonare i gay ad animali:





















Commenti