Lecco ha organizzato il suo primo Pride
Lecco ha avuto il suo primo Pride. La manifestazione è iniziata con una bicicletta che, da più punti della città, ha raggiunto il lungolago portando con sé l’arcobaleno: il rosso per l’amore, l’arancione per i diritti, il giallo per l’orgoglio, il verde per le parità, il blu per le libertà, il rosa per la laicità.
«Pensare che due anni fa tutto questo era solo una vaga idea, fa venire in brividi –ha dichiarato la presidente di Renzo e Lucio, Dalila Maniaci– Non dimenticherò mai quando, alla prima riunione organizzativa, non bastavano le sedie per quanti volevano esserci. In quel momento ho capito quanto questo Pride non fosse solo necessità della comunità gay e LGBT ma della comunità lecchese».
Significato è anche il motto scelto: “Questo Pride s'ha da fare”. Un esplicito richiamo ai Promessi Sposi del Manzoni, dettato da come «ancora oggi ci sono don Rodrigo che si oppongono all'amore».
E mentre la piazza del Pride era gremita, pochi integralisti si erano radunati a nella vicina piazza XX Settembre per chiedere a Salvini e alla Meloni di scimmiottare Orban nell'istutuzionalizzazione dell'odio e della discriminazione, asserendo che avrebbe ragione Pillon a dire che chi penetra vagine è da ritenersi come il nuovo "ariano".
Il sindaco ha però preferito la piazza dei diritti alla piazza dell'odio, partecipando alla manifestazione.
«L'amministrazione comunale non poteva che essere qui –ha detto il primo cittadino, Mauro Gattinoni– è un'emozione essere il primo sindaco, al primo mandato che per la prima volta tiene a battesimo questo primo Pride della storia di Lecco. Insieme a voi stiamo scrivendo una nuova pagina della nostra città, che oggi in questa piazza afferma di essere capace di accogliere ogni forma di diversità ritenendola una ricchezza [...] Se un sindaco è qui lo fa per portare avanti il campo dei diritti, non dei gusti o degli orientamenti personali che lasciamo alla sfera privata, ma diritti che assumono veste giuridica e legale perché solo in questo modo il diritto diventa reale affermazione di libertà».
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