Marina Terragni vede «intimidazioni fasciste» in chi chiede conto ai senatori del loro voto


Le mistificazioni a firma di Marina Terragni paiono superare persino quelle a cui ci ha abituato il suo collega Mario Adinolfi. L'amichetta di Simone Pillon è infatti arrivata a giurare che lei veda «odio» e «intimidazioni fasciste» in un semplice messaggio dei Sentinelli di Milano in cui si chiedevano i nomi dei politici che hanno cercato di garantire impunità ai criminali che delinquono contro interi gruppi sociali.



Peccato non sia chiaro cosa ci sarebbe di minaccioso nella semplice richiesta di poter conoscere come abbiano votato dei senatori della Repubblica nelle commissioni, convocando Platinette e la suora di Porro al Senato (di questo di parlava nella parte da lei omessa).
Curioso e pretestuoso è anche il suo sostenere che i relatori di Pillon saranno querelabili, anche perché sinceramente i suoi insulti ai Sentinelli parrebbero penalmente querelabili in virtù delle norme contro la diffamazione aggravata.
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